
di Valsusa Report
Una vittoria dopo cinquanta anni di dura lotta che ha visto tutti i cittadini in campo, che ha visto la Francia unirsi, che ha visto sgomberi e scontri. Vittoria su tutti i fronti, il dup (dichiarazione di utilità pubblica) non verrà rinnovata al suo scadere, era il 21 giugno 2012 il primo giorno dell’inchiesta pubblica quando dal sito Zad.nadir:
Questa mattina è stato l’inizio di una nuova mascherata democratica a Notre-Dame-des-Landes: il primo giorno di inchieste pubbliche sulla legge sull’acqua e il servizio stradale del progetto dell’aeroporto. Ma eravamo davanti al municipio davanti a loro: gente sul tetto, trattori davanti alle porte e manifestanti dalle 3 del mattino.
I trattori sono davanti alle porte del municipio.
Poco dopo le 8, i gendarmi hanno liberato le persone a terra; un fabbro aveva provato senza successo. Finirono per aprire il municipio all’ultimo minuto, rompendo una finestra, per far entrare la commissione di inchiesta scortata dai gendarmi, i compagni ancora sul tetto e i trattori sono davanti alle porte del municipio.
Partiva così il soprannominato Greater West Airport il grande aereoporto dell’ovest, una grande opera a distanza di anni decisa come inutile e costosa, ma soprattutto imposta alle popolazioni locali come si comanda ad un sottoposto.
La Zad si era già formata ed aveva già combattuto per anni, aveva imposto con la forza il suo rispetto, migliaia di gendarmi avevano provato ad entravi per espropriare.
Combattimenti prato per prato e fattoria per fattoria
Alcune case furono abbattute, ma i due mesi di combattimenti prato per prato, strada per strada e fattoria per fattoria avevano avuto la meglio. Il prefetto firmo una pace, la cosiddetta “tregua invernale” che è durata fino ad oggi.
Il primo ministro francese Edouard Philippe ha dichiarato che sulla zad va ripristinato lo stato di diritto, e gli occupanti illegali devono lasciare la zona entro il 30 marzo, quando finirà la “tregua invernale”. dopodiché se l’abbandono non sarà stato volontario procederanno con lo sgombero manu militari.
già inviati a Nantes e Rennes diversi battaglioni di polizia, centinaia di effettivi sarebbero già pronti a intervenire.Ultimatum per la route de chicanes e per le altre vie di accesso, devono essere liberate entro fine settimana prossima altrimenti ci sarà l’intervento d’autorità
Ecco che dopo la vittoria il sistema cerca di ristabilire la legalità, una legalità infine spiegata anche dagli abitanti in questo comunicato al link della Zad gli abitanti dello zad non sono ancora legalmente sgomberabili. Niente sembra che la vendetta voglia trionfare, nella zona a Nantes si stanno così formando le squadre punitive.
La questione a contendere una strada chiusa dal prefetto di Nantes, la strada dipartimentale D281 (la strada delle “chicanes” n.d.r.), chiusa dai poteri pubblici nel 2013 ed in seguito occupata dagli zadisti. Una strada non più percorribile se non facendo una serie di percorso, di fatto il transito alle auto c’è.
Bocciato l’aeroporto, no allo sgombero della #zad di #nddl
Dopo l’abbandono del progetto da parte del governo, comincia il seguito della resistenza, quello contro lo sgombero della zad, delle cabannes, dei progetti agricoli “non conformi”. Il futuro della zad è tutto da difendere, contro l’agricoltura industriale, contro la distruzione del bocage per lo sfruttamento intensivo. E ancora perchè le terre siano gestite dal movimento di contadini, occupanti, ecologisti, abitanti e non dalle grosse corporazioni. Il governo ha già fatto convergere su Nantes 7 squadre di effettivi e si prepara allo scontro per sgomberare tutti coloro che “non hanno titolo” per restare. Ma i resistenti, tutti e non solo i contadini, sono comunemente d’accordo perchè gli insediamenti di difesa sorti negli ultimi dieci anni restino dove sono. L’appuntamento è per il 10 febbraio!
Hanno abolito l’agricoltura intensiva, l’agricoltura industriale.
Durante tutti questi anni dentro la Zad si è formato un consiglio loro lo chiamano il Rassemblement, una forma organizzata di affini, una coalizione, che insieme ha gestito tutti i punti del vivere comune. Hanno creato esponenzialmente una visione critica dei governi e del sistema che li circonda hanno abolito l’agricoltura intensiva, l’agricoltura industriale. Hanno prediletto i rapporti umani tra le persone e la terra. Molti nella Zad ci sono, lavorano, vivono, ma non hanno regole se non le loro; quelle dei naturalisti, degli ecologisti e dei contadini.
Messaggio dalla Zad:
Oggi vogliamo innazitutto salutare calorosamente tutte quelle e quelli che si sono mobilitati contro questo progetto d’aeroporto nel corso degli ultimi 50 anni.
Per quello che riguarda il futuro della zad, l’insieme del movimento riafferma fin da oggi:
- La necessità per le contadine-i e le-gli abitanti espropriati di recuperare in pieno i loro diritti al più presto.
- Il rifiuto di ogni sgombero di coloro che sono venute-i ad abitare nel bocage negli ultimi anni per difenderlo e che desiderano di continuare a viverci così come di prendersene cura
- La volontà di incaricarsi a lungo termine delle terre della zad da parte del movimento in tutta la sua diversità -contadini, naturalisti, residenti, associazioni, vecchi e nuovi abitanti.
Per metterlo in pratica, avremo bisogno di un congelamento della ridistribuzione istituzionale delle terre. In futuro, questo territorio deve restare uno spazio di sperimentazione sociale, ambientale e agricola.
Il sistema stato va avanti senza ragionamento
Dopo la vittoria in molti si stanno rendendo utili per riuscire la dove il sistema stato va avanti senza ragionamento, l‘ultima proposta in termini di tempo é di José Bové, questa proposta deriva dalla sua esperienza nel Larzac, quando si combatteva per impedire l’allargamento di un campo militare.
Fu una scelta del 1981 su quelle terre del Larzac. Erano state vendute all’esercito. Così, collettivamente, dal 1985 furono gestiti 6.300 ettari. Gli agricoltori e gli abitanti divennero membri di una società fondiaria. Di fatto tutte le persone che hanno un contratto con l’azienda sono membri dell’assemblea generale.
Sistema Larzac, terra ai contadini che vogliono coltivare
Il contratto di locazione, della durata di 60 anni, fu poi esteso a 99 anni nel 2013 dal ministro dell’Agricoltura, Stéphane Le Foll. Una costruzione a lungo termine, che garantisce le persone che sono lì per mantenere le loro attività, e per mantenere il controllo collettivo della gestione del territorio.
Sono state stabilite regole che hanno permesso di costruire un progetto comune. Questo ha sviluppato un vero fascino, negli anni sono aumentati gli agricoltori e gli abitanti sul Larzac. Ecco ora tutto sta nelle mani del governo di Emmanuel Macron, e del Prefetto della Loire-Atlantique, aspettare e risolvere o sgomberare entro il fine settimana e prendersi una rivincita?
V.R. 19-01-18