
di Massimo Bonato
I lavori all’aeroporto di Nantes, tanto osteggiato dagli ambientalisti e i contadini delle Zad (Zone à défendre) “s’ha da fare” assicura il Presidente francese ai microfoni di «France Inter» lunedì 5 gennaio. Ricalca la risolutezza del primo ministro Manuel Valls, che al quotidiano «Ouest France» è arrivato a precisare un calendario che stabilirebbe già per la metà del 2015 l’inizio dei lavori a Notre-Dame-des-Landes. Precisazione imprecisa che precisano però quotidiani come «Le Monde» o il finanziario «Les Echos».
Intanto perché sono decine i ricorsi con cui cittadini, amministratori e associazioni hanno attaccato sia il contestato aeroporto sia l’accesso stradale che dovrebbe raggiungerlo, facendo leva sulla difesa del territorio, sulla legge per le acque e la difesa di specie animali protette. Il Tribunale amministrativo di Nantes dovrebbe infatti pronunciarsi non prima di marzo, aprile del 2015, ma già gli avvocati delle Zad fanno sapere che se la sentenza non fosse soddisfacente, riprenderebbero in mano i documenti rivolgendosi questa volta direttamente al Consiglio di Stato e alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.
Inoltre il permesso di costruzione manca; la lettera di diffida inviata da Bruxelles l’aprile scorso per la mancanza della valutazione di impatto ambientale ha avuto risposte che sono ancora al vaglio. Come riferisce a «Le Monde» l’eurodeputato verde Yannick Jadot diversi regolamenti europei non sono stati rispettati, e Bruxelles, “deve valutare le misure di compensazione per la distruzione delle zone umide, lo stato delle consultazioni pubbliche e delle proposte alternative” (Cfr. qui Ingiunzione di Bruxelles alla Francia per l’aeroporto di Nantes).
Infine, nel 2017 si terranno le elezioni presidenziali. Cosa, quest’ultima, che svapora il colore trasportistico-infrastrutturale ed economico del progetto in una crociata politica dai colori socialisti sempre più accesi. Anche se tanto Hollande tanto Valls spingono l’acceleratore del lavoro, tema sempre più sentito dalla Francia in crisi. È il leitmotiv che cadenza la propaganda delle Grandi opere un po’ per tutti.
M.B. 7.1.15
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