
Il 19 dicembre abbiamo preso parte ad un convegno organizzato da Slow Food Lombardia e Comune di Desenzano dal titolo “Viti…a bassa velocità”. Abbiamo deciso di prendervi parte per evitare che questo dibattito potesse diventare l’ennesima passerella di alcuni politicanti pronti a fare campagna di consensi su un problema che probabilmente non conoscono e né prendono in considerazione in tutti i suoi aspetti.
E così è stato, il nostro intervento ha accolto l’appoggio di molte delle realtà presenti in sala dimostrando che quando ai cittadini viene data la possibilità di esprimersi sul futuro dei propri territori sono ben preparati sul tema e ben coscienti delle necessità del territorio.
Ai politicanti presenti non è rimasto che farfugliare le solite quattro ovvietà e imprecisioni sul tema “alta velocità”, come quando Parolini ha affermato che il resto d’Europa si è già dotato ampiamente di linee ad alta velocità, dimenticando o non conoscendo l’esempio tedesco dove le linee ad alta velocità vere e proprie sono in realtà esigue perché si è capito che rinunciando a pochi chilometri orari di velocità si possono usare le stesse linee per tutti i tipi di treni: minima spesa, massima resa sia economica che sociale.
Prima di poter entrare abbiamo dovuto subire l’ennesimo tentativo di intimidazione messo in atto dalle forze dell’ordine che volevano perquisire alcuni di noi: riteniamo vergognoso che vengano sottoposti a continui controlli normali cittadini che decidono di informarsi e organizzarsi per la difesa del proprio territorio! Vogliono costruire un’enorme e devastante opera dai costi gonfiati e ingiustificati senza permettere forme di contestazione e di informazione da parte dei cittadini…ci sembra un atteggiamento che ricorda più la criminalità organizzata che uno stato democratico e liberale.
A nostro parere risulta pro-forma, come sempre, la posizione del comune di Desenzano che sostiene di star lavorando sul territorio: vorremmo capire in che modo dato che ad oggi non è mai stata presa una posizione chiara e netta ma soprattutto ad oggi non sono ancora stati in grado, ne hanno avuto la volontà, di organizzare una vera serata informativa che coinvolgesse le persone che vivono su questi territori e che dovrebbero essere rappresentate da queste figure.
Quello che non vorremmo più sentire se ci fosse un confronto chiaro e onesto tra cittadini e amministrazioni è un solito “lavaggio di coscienza”, perché non è vero che le amministrazioni non possono fare nulla: se insieme alle migliaia di cittadini che si oppongono a questo progetto metteste a disposizione il vostro ruolo per una vera salvaguardia del territorio sicuramente le cose potrebbero andare diversamente. Ed è per questo che, nonostante le considerazioni personali a riguardo fatte dall’ingegnere Tira, che ha cercato di minimizzare la forza e le potenzialità di un movimento popolare, continuiamo e continueremo a essere presenti sui territori, a informare e prenderci le piazze: sappiamo anche noi che non è una marcia a fermare il Tav, ma sappiamo anche essere uno dei tanti strumenti per far si che questa decisione venga presa in maniera più democratica e che le informazioni diventino alla portata di tutti, oltre che non filtrate dalle penne giornalistiche di parte.
Quello che più ci preoccupa è che le informazioni che continuano a essere riportate sono sempre meno reali e quanto più datate: è inutile continuare a ripetere che questo treno trasporterà merci, perché sappiamo i motivi per cui non sarà così, e questo ricadere nei soliti luoghi comini ci fa ribadire il pensiero che forse i relatori presenti dovrebbero aggiornarsi e informarsi prima di prendere parola sul tema.
Stessa cosa per quanto riguarda la fantomatica idea che il TAV serva per toglierci dall’isolamento e collegarci all’Europa, tema che forse era già poco convincente a inizio anni ’90 quando fu ideato il progetto.
Presenti anche in sala molti rappresentati di consorzi vitivinicoli che hanno sostenuto di essere favorevoli ad un’unica soluzione: l’ammodernamento della linea esistente e la contrarietà sia al progetto Tav sia al progetto di quadruplicamento sostenuto da Legambiente, presente tra i relatori. Queste posizioni non sono molto diverse dalle nostre, solo speriamo non facciano l’errore di voler pensare unicamente alla salvaguardia della tratta che li tocca direttamente anziché opporsi all’intero progetto, perché non è spostare o limitare il problema che può portare a frutti reali, sia in termini strategici sia in termini di difesa dell’ecosistema gardesano.
Condivise quindi dai più, anche nel pubblico presente in sala, le opinioni portate avanti con determinazione dal movimento No Tav sull’opzione zero al progetto e sul fatto che in ogni caso vada rifatta e pretesa una nuova valutazione d’impatto ambientale: come si fa a costruire un progetto che costerà più di 4 miliari di euro su una valutazione data 1992?
Smontata e contestata ampiamente invece la proposta di quadruplicamento portata avanti unicamente da Legambiente, una proposta senza alcun senso, che avrebbe costi comunque esorbitanti e una distruzione del territorio massiccia.
Nonostante la nostra partecipazione a questo incontro, questo per noi non è comunque il modo corretto per affrontare un discorso così complesso e delicato come questo, con 18 interventi di pochi minuti, con una sala troppo piccola per esserci la volontà di una partecipazione della cittadinanza (e infatti l’incontro non è stato particolarmente pubblicizzato) e senza una vera e propria possibilità di confronto tra istituzioni e cittadinanza.
Ma ci siamo stati e ci saremo in ogni occasione pubblica per ricordare alle istituzioni qual’è il loro ruolo e spingerle a svolgerlo: lavorare per la difesa del territorio e non dire ai cittadini che sono contrari al progetto da un lato e dall’altro preoccuparsi di organizzare l’alloggio degli operai di Cepav2 negli alberghi desenzanesi, come fa l’Amministrazione di Desenzano. Perché una volta conclusa (chissà quando) quest’opera devastante, è previsto un calo del turismo sul basso Garda e l’affare dell’alloggio degli operai è ridicolo sotto ogni punto di vista.
Noi continueremo la nostra strada, una strada costruita insieme un passo dopo l’altro, una strada fatta di assemblee pubbliche, serate informative, feste, merende, marce e quanto più la nostra fantasia e voglia di lottare ci porterà a fare, convinti che FERMARLO E’ POSSIBILE E TOCCA A TUTTI E TUTTE NOI INSIEME!