“Via via trivelle e polizia”, e se ne vanno prima

“Sembra di descrivere un film di Braveheart dove gli eserciti si presentavano in forze e dilagavano favorendo il signorotto del luogo, una volta rubavano denari, legna e bestiame, oggi fanno carotaggi con le trivelle” ci dice un abitante del posto.

di Valsusa Report

Una quattro giorni di fronteggiamento, fughe e interruzione dei lavori. Un giorno prima, dei quattro giorni delle prenotazioni alberghiere, la valle torna al suo vivere comune. “Non volevano farmi passare per andare alla mia azienda, ho dovuto far vedere la bolla del gasolio; mica è venuto il sindaco, va a farsi le passeggiate con i politici, è diventato troppo importante?”. Una delle tante storie raccolte durante questi quattro giorni di rincorse tra le vie dei paesi di Rivalta e Buttigliera Alta. Sono comparsi il giorno 8 giugno, i primi camion scortati dai mezzi delle forze in divisa, “sono stato avvertito da un cittadino preoccupato dal passaggio dei mezzi, sono arrivati alle 5e30 a Rivalta e hanno iniziato i lavori, non c’è stato modo di capire sulla carta l’ordinanza. La polizia ai blocchi con un intero pezzo del paese sottratto alla disponibilità della cittadinanza” la lamentela del primo cittadino di Rivalta il Sindaco Marinari. Di tutt’altro riflesso il comportamento del Sindaco di Buttigliera Alta che come descrive un suo cittadino “ha accolto la devastazione in pompa magna”.

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Sono durati di più i carotaggi a Buttigliera Alta, pare che non siano stati eseguiti completamente data la preventiva smobilitazione dei battaglioni, alcuni provenienti da Bologna. Durante questi giorni molti cittadini dei rispettivi paesi si sono radunati nei comuni ed hanno affrontato le strade denunciando l’arroganza dei blocchi. In alcuni casi come a Buttigliera Alta per ben due sere di fila la cinzione di ronde e blocchi sono stati aggirati dai prati fino a portare i manifestanti del popolo No Tav in prossimità della trivella. Subito interrotti i lavori le forze in divisa hanno tentato di disperdere l’assembramento anche con l’uso dei gas al CS, pochi nel caso, che non hanno intimorito i manifestanti.

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Da subito gli scambi politici non sono mancati, va rilevato il Sindaco Molinari e il PD del paese di Rivalta che in una nota attraverso la sua newsletter del 22 maggio dichiara di sapere i piani dell’osservatorio definendolo un ente a cui far riferimento, e incontrando “il Commissario Foietta nel nostro circolo ponendoci di fatto come unici interlocutori del territorio rivaltese sul tema”, a cui si aggiunge la dichiarazione del politico di carriera Foietta prestato a commissario Tav, “Io mi rifiuto di offrire coordinate esatte a chi intende organizzare manifestazioni di protesta con il rischio che qualcuno si faccia male o si danneggino le strumentazioni. Il mio mestiere è metterci nella condizione di fare un buon progetto, e i sondaggi servono esattamente a questo, evitando scontri e violenze”.

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Insomma un atteggiamento curioso delle parti in gioco, una mancata informazione super partes e mancata anche dalla forza di paese che si dice possessore dello sviluppo Tav, ma soprattutto ignorante delle definizioni di legge, per bocca dello stesso Foietta, che presiede l’Osservatorio: “è curioso che l’Amministrazione di Rivalta di Torino interpreti un “programma di lavoro”, approvato e condiviso all’unanimità dall’Osservatorio come un atto deliberativo che impegnerebbe Il CIPE, il governo o qualsiasi altro ente. Dovrebbe essere noto che l’Osservatorio non è un Ente e quindi non “delibera”” (Prot.n.CSG/593/2015 – 18 dicembre 2015 – Presidenza del Consiglio dei Ministri), quindi un luogo dove si devono informare e solo quello i sindaci.

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I carotaggi hanno segnalato manifestazioni molto numerose di cittadini in entrambi i paesi, non si sono registati scontri e ad oggi non si rilevano denunce. “Quattro giorni di opposizione al treno merci più veloce e inutile d’Italia. E la beffa deve ancora venire, le merci pericolose o ingombranti dovranno passare sulla linea vecchia, non lo dicono mai”, insomma ancora una volta cittadini informati, manifestanti nelle piazze e politici a slogan.

V.R. 10.6.16