
di Leonardo Capella
Giovedì 6 novembre sono state consegnate oltre 102mila firme al sottosegretario per i Beni Culturali, Ilaria Borletti Buitoni, firme che ribadiscono il “No alle grandi navi a Venezia”.
La raccolta è frutto di una petizione lanciata da Gabriele Muccino (regista e sceneggiatore N.d.R.), sulla piattaforma internet Change.org, a cui hanno aderito anche molti sostenitori esteri.
Il sottosegretario ha ribadito la propria volontà a sollecitare un serio e ampio dibattito sul “turismo sostenibile e consapevole a Venezia” e ha invitato le istituzioni che hanno competenza sulla città di unire gli sforzi per trovare una soluzione: “Devono decidere quale sarà il futuro di Venezia. E’ indispensabile programmare i flussi turistici e gli ingressi in laguna con la massima attenzione, tenendo conto di quanto la città sia antica e fragile. Esistono diverse alternative, ma è tempo di scegliere. Personalmente ritengo dovremmo optare per quella che metta insieme il minor impatto ambientale possibile e le migliori prospettive di ricaduta sull’economia locale. Le soluzioni sono sul tavolo, ora serve la volontà politica di prendere una decisione”.
Il regista, commentando le parole del settosegretario, ha dichiarato: “Continuerò a portare avanti la nostra battaglia per salvare Venezia dallo scempio a cui è sottoposta. C’è una cacofonia incredibile tra una fragile città in miniatura come Venezia e questi bisonti dei mari che la sovrastano. E’ come ci fosse una tangenziale sopra il Colosseo. Sono certo che esistano soluzioni alternative e a minor impatto per l’ecosistema lagunare. Ma il progetto del canale Contorta/Sant’Angelo non mi pare affatto uno di questi. Abbiamo tutti il dovere di promuovere un turismo rispettoso e di qualità. Salvare Venezia dalle grandi navi è prima di tutto un atto di amore: l’Italia deve dimostrare di volersi bene per davvero. Lo dobbiamo fare per i nostri figli e per il futuro del Paese, il mondo ci guarda e ha paura per Venezia”.
Alla domanda sulle motivazioni che hanno spinto Muccino a riaprire la petizione afferma: “La petizione viene riaperta perché le navi sono tornate a circolare nel canale di Venezia. Il tribunale veneto ha infatti annullato un decreto governativo in barba alla distruzione che può apportare il passaggio delle navi alla città Patrimonio dell’Unesco. Alla luce degli enormi scandali che stanno travolgendo Venezia mi sembra opportuno aprire gli occhi e comprendere fino in fondo anche l’insensata decisione del Tar e agire per non far affondare Venezia in una nuova palude”.
L.C. 07.11.14