
di Redazione.
Quando i Valsusini affermano che fare scavi in Val Susa è pericoloso c’è sempre qualche buontempone disposto a giurare che i valligiani esagerano. Poi ci sono i politici locali e nazionali con le maggioranze trasversali che giurano l’impegno di porre le dovute attenzioni al caso. Poi ci sono le ditte soventi legate a circoli di criminalità organizzata che eseguono i lavori fregandosene altamente. Poi infine arriva la magistratura a sancire che i Valsusini non sono dei visionari e hanno ragioni da vendere.
Questa volta tocca al Procuratore Guariniello il quale, scavando – è il caso di dirlo – nell’ambito di una indagine per la morte di un ragazzo di 14 anni nel gennaio scorso, scopre il coperchio e dentro ci trova amianto. Nel cantiere della pista da sci del “Colletto Verde” inserita nel comprensorio della via Lattea, tra Montgenèvre e Clavière, i risultati delle analisi sul terreno rivelano quantità allarmanti di amianto nel terreno, sino a 42mila per chilo.
La notizia la riporta ieri il sito di Repubblica.it. Ma c’è di peggio. Le indagini stanno rivelando che non solo si sono fatti scavi senza le dovute precauzioni ma il terreno contaminato è stato utilizzato per costruire le barriere, senza essere destinato al rifiuto e smaltito con le dovute procedure. Quindi il terreno con l’amianto è stato alla mercé del vento e delle intemperie. Inoltre sono evidenti degli smottamenti e delle erosioni nel terreno in una zona soggetta a vincolo ambientale.
Morale cinque indagati al momento: tra questi la società Sestriere spa e i due sindaci di Cesana e Claviere. Intanto gli abitanti e i frequentatori della zona hanno respirato allegramente l’amianto.
Il procuratore Guariniello ha dichiarato che quanto scoperto è stato segnalato al ministero dell’Ambiente e alla Regione Piemonte cui spetterebbe prendere i necessari provvedimenti.