USA apre la fornitura di droni armati ai paesi alleati, Italia compresa

di Leonardo Capella

I nuovi scenari di guerra hanno imposto agli Stati Uniti un radicale ripensamento della propria policy relativa alla fornitura di droni armati ai Paesi alleati. 

L’annuncio è stato dato il 17 febbraio dal Dipartimento di Stato americano che fissa anche le condizioni che i governi stranieri devono rispettare per ricevere i droni armati. Le motivazioni ufficiali si leggono in un commento fatto dal Dipartimento di Stato USA: “E’ nostro interesse avere determinati alleati e partner equipaggiati in modo appropriato”. Inoltre viene precisato che la vendita sarà attentamente vagliata, caso per caso, dal governo e che sarà necessario il via libera del Congresso.

La nuova ‘policy’ del governo americano, i cui dettagli sono rimasti riservati, arriva dopo una revisione durata due anni della politica di esportazione dei droni commerciali e militari.

drone+missileGli attacchi con i droni armati condotti dalla Cia e dal Pentagono sono diventati il perno della strategia militare americana contro i terroristi in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Somalia, Siria e Yemen. Fino ad oggi gli Usa hanno venduto droni armati solo alla Gran Bretagna perché il loro export era proibito dal 1987 sulla base di un accordo internazionale denominato “Missile Technology Control Regime” che riguarda 34 Paesi.

L’Italia, che si trova fra questa cerchia di Paesi, ad oggi utilizza dei droni Predator non armati per usi di intelligence all’estere e da poco anche sul territorio italiano. Con questa nuova politica USA e gli sviluppi dei teatri di guerra sempre più vicini al nostro paese potrebbe non essere escluso un interesse nell’acquisizione di questa tecnologia.

L.C. 18.02.15