
L’attesa udienza preliminare per Erri De Luca si è svolta a porte chiuse questa mattina presso il Tribunale di Torino Bruno Caccia. Benché a porte chiuse, in aula era presente un forte contingente di agenti Digos, presenza di cui la difesa di De Luca, avvocato Vitale, chiede spiegazioni. Il Pm Padalino risponde si tratti della sua scorta; il Pm Rinaudo risponde invece che sono stati appositamente convocati. Ma il controllo dovrebbe avvenire fuori dall’aula, non dentro.
A carico dello scrittore le parole da lui pronunciate a favore della lotta No Tav in alcune dichiarazioni rilasciate all’«Huffington Post» e all’«Ansa»: “La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti”. “Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”. In settembre la società Ltf, responsabile dei lavori per la Torino-Lione, aveva sporto denuncia.
Da queste dichiarazioni ha tratto spunto il Pm Rinaudo per elencare i fatti inerenti il movimento No Tav, dallo sgombero della Libera repubblica della Maddalena del 27 giugno 2011 in avanti, fatti sui quali con Padalino sta di fatto investigando e sono stati avviati i maggiori processi. Poi passa a tracciare la biografia di Erri De Luca, le dichiarazioni salienti fatte dallo scrittore in relazione alle lotte, il suo passato come militante di Lotta Continua. Ciò che caratterizza il reato contestato sembrerebbe la sua mancata smentita: ciascuno è libero di dire o scrivere ciò che vuole fatto salvo poi smentire le proprie affermazioni, le proprie posizioni. Posizioni che Erri De Luca ha sempre fermamente ribadito, a difesa della libertà di parola e di pensiero. E qui risiederebbe l’accusa di istigazione a delinquere che gli viene mossa, poiché nelle frasi da lui pronunciate risiederebbe uno sprone ad assumere un atteggiamento delinquenziale.
L’avvocato Vitale ribatte però che quanto elencato dal Pm in relazione al movimento No Tav è del tutto antecendente alle dichiarazioni dello scrittore. E la replica di Rinaudo non si fa attendere: le decisioni in merito alla realizzazione della linea Torino-Lione sono prese da organi democratici, come l’Osservatorio, incitare al sabotaggio significa incitare a saborare le istituzioni dello Stato, Erri De Luca ha favorito lo scontro nei confronti dello Stato.
La difesa ricorda a sua volta però, come dal 2010 l’Osservatorio sia tutt’altro che democratico, come l’opzione zero non esista e come si possa restare al suo interno soltanto trovandosi d’accordo con esso.
L’avvocato Vitale chiede quindi che Erri De Luca non venga rinviato a giudizio, per garantire il diritto alla libertà di espressione. Ciò che pure chiedono i diecimila firmatari dell’appello in solidarietà allo scrittore e poeta.
Fuori dal Tribunale Bruno Caccia di Torino, una folta rappresentanza di No Tav e amici, legge intercalandosi tra i vari componenti del movimento, gli scritti che hanno fatto diventare nel tempo popolare e riferimento, il poeta. Appunto il riferimento alla salvaguardia dei territori – come dirà l’amico del poeta Gigi Richetto.
L’udienza è rinviata alle 11,30 di lunedì 9 giugno.
V.R. 05.06.14