Tina Montinaro No Tav, in Valsusa

Tina Montinaro, moglie di uno dei poliziotti uccisi insieme al giudice Falcone, in Val susa con i No Tav a Sant'Antonino..

di Valsusa Report

Una tre giorni di Tina nelle scuole della Valsusa e di Torino. Una volontà, da quel 23 maggio che gli ha portato via il marito e padre dei loro figli, inarrestabile. Una volontà che ha prevalso contro tutto. Antonio Montinaro era il capo scorta del Giudice Giovanni Falcone, saltò in aria per mezzo di 500 chili di tritolo. Quel giorno portavano il giudice dall’aereoporto a Palermo, l’unica strada. L’esplosione, avvenuta sull’Autostrada A29 all’altezza dello svincolo per Capaci, fece morire i tre agenti immediatamente, la loro auto fu quella investita con più violenza dalla deflagrazione, fu sbalzata in un oliveto a più di dieci metri di distanza dal manto stradale. Antonio Montinaro “quel giorno non era di turno, lo fece cambiare perché arrivava il suo giudice – ci dice Tina – hanno voluto mandare un segnale, potevano farlo a Roma, a Giovanni avevano già tolto la scorta, a Roma, e a Palermo l’avevano indebolita”, dice anche Alessandro Chiolo “una scorta particolare che aveva non solo le macchine del corteo, ma aveva altri agenti che perlustravano il territorio prima del passaggio, quando era completa la Quarto Savona Quindici contava 6 macchine, quel giorno alla cieca ne viaggiavano tre”.

Nell’86 incomincia a prendere corpo l’idea che c’è un organizzazione criminale che ha una sua struttura sul territorio, verticistica e che determina quello che deve succedere a Palermo. La città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dove crebbero insieme e che li vide poi incontrarsi nella lotta alla mafia. Dopo di quella strage avvenuta nel 1992, toccò a Borsellino. In pochi anni la mafia si era vendicata mandando un segnale forte allo stato. Però non aveva fatto bene i conti, con la memoria.

“Tutti si ricordano a Palermo di Antonio perché era una persona estremamente buona” dice Tina, forse questo o il metodo o l’impegno dei giudici di quell’epoca e ancora le tante morti di persone padri, madri e figli di persone semplici ed oneste ha creato un’inversione. L’omertà che combatteva Falcone era stata sconfitta grazie agli uomini che si erano dedicati con la loro vita agli altri.

“La memoria è appunto questo, il fatto che voi ricordate come si chiamavano queste persone, compreso mio marito, ed è necessario per conoscere, se no si dimentica, passa e loro vanno avanti”, un discorso che ha incollato la platea alle parole pronunciate con calma ma con fermezza nel ricordo. Sabato 15 gennaio ha sicuramente fermato una tappa nella memoria dei giovani ragazzi della scuola secondaria di S.Antonino, giovani leve che hanno potuto capire e comprendere un dolore ma anche un modo per rialzarsi e lottare, un modo per non lasciare spazi liberi, “essere attenti” come dice Tina.

“Voi ragazzi dovete lottare contro le cose che non vi piacciono” questa la frase più applaudita dalla platea radunata alla palestrina delle scuole di Sant’ Antonino. E’ toccato poi ad Alessandro Chiolo entrare più nei particolari della scorta, quel gruppo di amici che difendeva la vita di Giovanni Falcone. Insegnante e autore del libro Quarto Savona Quindici, descrive puntigliosamente gli avvenimenti e le storie, raccontate a tratti da uno dei componenti scampati alla “strage di capaci”, cosiddetto Lupo Alberto per le sue letture che nei pochi momenti liberi lo distoglievano dalla tensione di un’attività pericolosa. Poi un saluto e una promessa della Preside Tittonel “nel giardino della memoria ci vogliamo essere anche noi con un aiuto concreto, qui ci sono i disegni dei progetti dei ragazzi”, un abbraccio commosso ed un arrivederci.

Tina montinari-santonino2

In ultimo Tina Montinaro risponde ad alcune nostre domande scaturite da una sua frase detta la sera prima dove esprimeva vicinanza ai No Tav per la loro lotta per la salvaguardia del territorio. La portiamo a conoscenza dell’operazione San Michele che evidenzia, dalle indagini cautelative, tentativi di infiltrazione malavitosa nei cantieri Tav in Valsusa e dell’operazione Sistema che indaga e porta alle misure restrittive pezzi del ministero gestito da Lupi. Tutto nell’anno 2015.

Sig.ra Montinaro cos’è la legalità?

Fare legalità significa, anche tutelare il proprio territorio, la lotta per la terra non può e non deve far andare avanti questa gente, la mafia va avanti perché gente dello stato si presta. Se non ci fossero non potrebbe prosperare.

Il Tribunale Permanente dei Popoli ha detto che i Valsusini sono delle sentinelle sveglie e attente, ma vengono anche descritti nei giornali, per i vari processi che hanno, come dei terroristi, dei Black Bloc . Lei li ha visti come li descriverebbe?

Guardi io vengo da Napoli, la Terra dei Fuochi, posso dire che infine glielo abbiamo permesso perché ci siamo fidati di tutto e non abbiamo fatto caso. Ora dobbiamo restituire ai nostri figli un paese migliore, io penso che la lotta al Tav passa dalla protezione dell’ambiente, e allora pure io sono No Tav.

Lei sa che uno scrittore, partenopeo come lei, Erri De Luca, per aver detto che “il Tav va sabotato” ha subito un processo istituito dalla Procura del Tribunale di Torino?

Vede io penso che chi ha la possibilità di parlare, deve anche avere il dovere di raccontare e dire pure quello che è scomodo. Non bisogna stare in silenzio, bisogna denunciare per salvare il territorio.

Sig.ra Tina possiamo dire che lei è No Tav, verrà ad una manifestazione?

Si io sono No Tav e mi hanno già invitato i valsusini che mi hanno ospitata, ho detto che verrò, basta che non sia a maggio che ho il mio Antonio da ricordare. No, no sono stata benissimo con loro e con la scuola che ringrazio tantissimo, mi sono vicini ed io a loro. E che dire ci vediamo in Valsusa.

Grazie Tina, benvenuta in Valsusa.

(V.R. 20.1.16)