
Contributo di Lorenzo Chirico.
Ripubblico qualche pensiero per rispondere a quanto pubblicato da alcuni su FB che sembra il solito copia incolla del solito spot promozionale di Terna. Iniziamo dai costi; circa metà dei costi lato Italia saranno inclusi nella tariffa elettrica perché associati alla realizzazione della linea pubblica, di conseguenza questi costi verranno caricati, per la parte pubblica, il 50% del costo totale, sulle bollette. Il rimanente 50% di linea privata (committenti Gavio/Sitaf) delinea l’utilità semi-privata dell’opera Nella sostanza stiamo parlando di un dato certo confermato da Terna stessa, il caricamento sulle bollette del 50% del costo dell’opera, rispetto ad un dato previsionale , quello relativo alla diminuzione delle tariffe che è basato sulla reale capacità dell’azienda di approvvigionarsi di energia a basso costo, costo dell’energia che può naturalmente fluttuare e che per sua natura è comunque dipendente dai prezzi imposti dal mercato.
Il fatto che negli ultimi anni nonostante il netto calo dei consumi sia di privati che di aziende non ci siano state delle diminuzioni, ma addirittura degli aumenti, sulle bollette dell’elettricità è sintomatico dell’approccio delle grandi aziende sull’applicazione delle tariffe. Non deve neanche trarre in inganno la notizia, di questi giorni, di una prevista diminuzione delle bollette dell’elettricità nel 2016, in quanto la nuova riforma delle tariffe elettriche recependo la direttiva europea 2012/27/CE eliminerà la progressività nel consumo portando presumibilmente e paradossalmente ad un aumento in bolletta per chi consuma di meno, le associazioni dei consumatori hanno naturalmente contestato la manovra.
Oppure si potrebbe prendere come riferimento quanto già avvenuto, anche se in diverso settore , con Smat che relativamente al periodo 2008/2011 ha addebitato agli utenti un conguaglio posticipato sull’incassato (pagato già a tariffa intera precedentemente), nonostante un evidente calo dei consumi nel periodo incriminato e nonostante l’azienda idrica avesse conseguito nel triennio aumenti ingenti sugli utili.
Mi sembra quindi tutt’altro che azzardato ipotizzare addirittura un aumento sulle bollette.
Congestione della rete: i cosi detti “ colli di bottiglia”. Molti fanno riferimento al black out totale che abbiamo rischiato in estate a fronte dell’alto utilizzo di condizionatori/aereatori, nonostante il 40% in meno di aziende chiuse a causa della crisi economica. Come ben si sa l’Italia è un paese che è in sovrapproduzione energetica, tecnicamente denominata “ over-capacity”. Oltre a questo fattore c’è una netta diminuzione della domanda di elettricità, quindi non abbiamo bisogno impellente di importare energia in quanto non abbiamo un deficit energetico, anzi, abbiamo bisogno di rendere la rete più efficiente.
Il problema della congestione e dei cosidetti “ colli di bottiglia” che possono determinare il black-out molti operatori ritengono siano risolvibili con un miglioramento della rete esistente e non con la costruzione di nuove grandi opere, ma su questo aspetto Terna naturalmente non si esprimerà mai a favore. E’ un tema che ha molte analogie con quello del Tav in Val Susa e come tale con diverse sfaccettature economiche, sociali, ambientali. Gli investimenti mirati ed efficienti sono ritenuti da operatori indipendenti quelli in batterie di accumulo che permettano di poter immagazzinare, senza sprecarla, l’energia in surplus.
Il fine è incrementare gli scambi di energia con l’estero con l’ipotetico acquisto a un minor prezzo, ma l’investimento in grandi opere come la HVDC in una congiuntura economica e di consumo in regresso potrebbero diventare un boomerang. Possiamo permetterci questo rischio per un interesse semi-privato?
Evidenzio tra l’altro, fatto non marginale, che nonostante la nostra sovrapproduzione energetica e il calo dei consumi ci accingiamo ad importare energia derivante dal nucleare francese bypassando furbescamente una precisa scelta referendaria fatta nel 2011 dal popolo italiano ( 95% dei votanti). Che il collegamento permetta almeno di vendere all’estero la nostra maggior energia prodotta? Vedremo.