TAV: un siluro si aggira tra i banchi del governo.

Il fronte del Si Tav si scompone dietro gli innegabili errori commessi nel calcolo dei costi. Tra i banchi del governo si prepara il siluro per affondare un capro espiatorio e salvare la faccia.

di Davide Amerio

Qualche giorno addietro ci domandavamo dove avrebbe condotto questa improvvisa consapevolezza sui costi sproporzionati del Tav. Come noto il via alle danze lo ha dato il giornale di Confindustria Il Sole24ore che non è propriamente noto per essere No Tav.

I conti non quadrano sopratutto da quando la Francia ha negato priorità alla linea Torino-Lione avendo già da ultimare altre tratte e l’Europa ha chiarito da tempo che il tanto decantato, dal governo e dai sostenitori della linea, contributo del 40% non esiste nei termini in cui si è continuato a parlarne in Italia. Ovvero, il contributo è “fino al …” e non “del…”. Attualmente l’Europa ha fatto sapere che la cifra totale a disposizione delle opere di questo genere è complessivamente dell’ordine dei 5,5 miliari di euro cifra che non consente di dedicare il 40% alla Tav Torino-Lione.

Fatti noti e arcinoti da tempo su cui il governo, il ministero delle Infrastrutture e alcuni accaniti sostenitori del Tav erano certamente a conoscenza. Se non lo erano significa che non si sono correttamente informati e se invece lo sapevano i casi sono due: o non sono capaci a fare i conti oppure qualcuno ha avuto delle convenienze politiche nel far finta di nulla.

Notizie di oggi ci informano che un dossier sulla vicenda è stato preparato dal sen. Stefano Esposito (vice presidente Pd alla commissione trasporti) su mandato dello stesso Matteo Renzi per conoscere i termini della vicenda sui costi dell’opera lievitati in maniera sproporzionata. L’incarico, nota il Fatto Quotidiano, è stato assegnato scavalcando completamente il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi e nella relazione il sen. Esposito, sottolinea sempre il FQ, non lesina critiche a chi ha calcolato i costi del progetto in modo “improprio, immotivato, irresponsabile”.

Nulla di nuovo per chi avesse avuto cura di leggere, con un po’ di onestà intellettuale, le migliaia di pagine prodotte dai No Tav sull’opera Torino-Lione. Ora è evidente che arrivati i nodi al pettine, la partita si sposta su piano politico. Prepariamoci ad assistere a balletti e minuetti in cui le “responsabilità” giocheranno il ruolo della “scopa” che rimane in mano all’ultimo fesso lasciato solo senza compagna di ballo.

A noi rimane lo sconcerto nel vedere un paese gestito sempre e solo nell’interesse particolare di pochi, sia questo finanziario o di carriera politica, sulla pelle e nelle tasche dei cittadini arrivando a compromettere la vita di quattro ragazzi accusati di “terrorismo” per aver lottato contro questo sistema.

(D.A. 17.11.14)