
di Davide Amerio.
Tav in Val di Susa. L’ultima confezione di digestivo che ho acquistato, è costata 6,70 euro; una confezione da 40 compresse masticabili. Quante compresse si possono comperare con 100mila euro? A quanto ci informa la versione on line Repubblica.it, la questione del Tav in Val di Susa non attiene a valutazioni economiche nel rapporto Costi/Benefici, bensì a trovare il modo di far “digerire” ai Valsusini questo indigesto treno con annessi e connessi.
La complicanza attuale, ci informa il giornale, nasce dal rapporto tra i grillini e i leghisti nell’attuale governo. Se la questione del Tav, all’interno del contratto, ha avuto una definizione “leggera” e un po’ marginale, fatto già andato di traverso a non pochi sostenitori del movimento, l’ultima idea dei politici di professione è quella di elargire un po’ di soldini per permettere ai grillini (che hanno ampio consenso in valle) di trangugiare le fibrillazioni salviniane sulla questione migranti.
Leggasi la frase nella sua originalità:
Perché, si ragiona negli ambienti del centrodestra piemontese, accontentate le pulsioni più viscerali del popolo salviniano contro gli immigrati, Di Maio potrebbe pretendere ora uno scalpo altrettanto ghiotto da sventolare per inorgoglire l’elettorato grillino
Il che rende bene l’idea dei termini in cui si ragiona di politica in questo paese. Poi il pezzo si arricchisce di preziose “perle”:
- si parla di “trasformazione del territorio”, dal momento che in Val Susa non accettano il termine compensazioni (ridete pure)
- per bloccare i lavori del Tav ci vorrebbero anni (prendetevi la pancia in mano)
- lo stop metterebbe a rischio i già compromessi rapporti tra Italia e Francia (adesso non buttatevi a terra però)
Vale la pena menzionare questa chicca:
Forse l’unica parte da eliminare nel progetto nella parte internazionale potrebbe essere la costruzione della nuova stazione di Susa. Un risparmio di circa 100 milioni che i Cinque stelle potrebbero esporre come trofeo. Anche se sposterebbe il traffico di interscambio da Susa a Bussoleno, cioè da un comune grillino ad uno a guida Pd.
Lo so, siete arrivati alle lacrime, vi capisco.
Con il nuovo governo il mondo che gravita, e si nutre, del progetto della linea Torino-Lione (Tav? Tac? Tric e Trac?), è in fibrillazione. Temono di perdere tutto, e hanno ragione. Tutti qui sappiamo che una analisi seria dei costi e dei benefici di questa opera, impiegherebbe ben poco per mettere la parola fine al disastro economico e del territorio.
Abbiamo già pubblicato le annotazioni di Livio Pepino, sulle falsità delle presunte penali, in caso di interruzione dei lavori, così come la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti. Quanto ai rapporti con i cugini d’oltralpe, ci sono ben altri temi sul tavolo; la situazione non è così critica come la racconta l’articolista, e sul Tav i Francesi hanno espresso già da tempo le loro riserve.
Certamente i Cinque Stelle dovranno porre molta attenzione a questa questione: sappiamo bene che molti parlamentari della Repubblica, che si esprimono a favore dell’opera, in realtà sono ben lontani dal conoscere la questione nei dettagli, e in genere ubbidiscono a ordini di partito, più che di scienza e coscienza del problema.
La Val Susa attende delle risposte in merito. Foietta potrà ben confrontarsi con il ministro Toninelli; i giornali, come Repubblica.it, potranno pure continuare a proporre supercazzole sulla questione, ma i valsusini conoscono da oltre vent’anni la vicenda, così come coloro che hanno accordato al M5S la fiducia per una gestione diversa dei soldi pubblici: piccole opere utili, e stop ai grandi maneggi miliardari sulle spalle dei cittadini.
(D.A. 16.06.18)