I No Tav impongono il dibattito ad un incontro pubblico “aperto” ma in realtà blindato su un pannello di relatori esclusivamente favorevoli all’opera. La disinformazione (solita) de La Stampa e la versione dei testimoni. Le gaffe a ripetizione di Giachino.
Sarà stato anche un piccolo episodio ma è significativo per ribadire quanto alto e nervoso sia il livello di scontro sulla Torino-Lione se non altro per la versione distorta che ne dà l’articoletto presumibilmente scritto (non è firmato ma compare adiacente a un suo articolo) da “Faccetta Nera” Numa imbeccato da una fulminea velina di “Bingo” Esposito, un tandem ben sincronizzato.
L’incontro era stato organizzato da un’Associazione di area Comunione e Liberazione (quella del ministro Lupi, tanto per capirci) presieduta dal vicepresidente del Consiglio comunale Silvio Magliano, sul tema delle “opportunità di sviluppo” offerte dal Tav. Titolo Si tav, No tav. Oltre l’ideologia. Che un dibattito vero si potesse tenere tra sostenitori dell’opera senza contradditorio costituiva già un buon interrogativo a cui una ventina di No Tav ha voluto offrire risposta presentandosi all’ “ingresso libero“. Dove venivano subito “scremati” dalla Digos, col supporto di un reparto di celerini, che ne lasciava entrare solo sei e teneva fuori alcuni delegati della Confederazione Unitaria di Base (CUB) del Piemonte.
Rimpolpata cosi la scarna platea (una decina della claque di Esposito e una trentina di associati in cerca di informazione sul tema) gli attivisti apprendevano che non potevano intervenire (perchè l’Associazione si rifaceva a quanto chiesto dalla Digos) ma solo “porre domande di tre parole” (!) per un tempo totale limitato a 10′ . Dopo breve schermaglia in cui tra l’altro i fans di Esposito pretendevano di non permettere contradditorio (“le regole le facciamo noi“), vi sono stati gli interventi del senatore, del tecnico dell’Osservatorio Oliviero Baccelli e dell’ex sottosegretario alle infrastrutture del governo Berlusconi, Mino Giachino. Quest’ultimo, un fiume in piena, ha parlato mezz’ora ignorando i tentativi del moderatore di stopparlo e ribadendo tutti i luoghi comuni sulla fantastica idea del Tav, del trasferimento dei camion su ferro e sulla lungimiranza di Cavour nel fare il Frejus (“su cui ho letto un libro“). Un ex camionista tra i No Tav gli ha voluto ricordare il contributo di 18 milioni di euro da lui erogato a suo tempo al boss del trasporto su gomma Arcese per mantenere la sua piattaforma di trasporti in Italia (contributo incassato ma impegno non mantenuto) ma lui ha abbozzato: non si ricordava. Lo stesso gli ha fatto notare che i flussi su ruota in Europa vanno da anni da nord a sud, non sull’asse est -ovest. Un altro intervenuto gli ha chiesto come conciliava le sue vedute sulla crescita quando un recente convegno di tecnici e professoroni al Politecnico ha paventato un collasso globale delle risorse ma lui rispondeva che non sapeva del convegno. “Bisognerà mandargli un altro libro” dicevano in platea. Inarrestabile, Giachino si produceva in una descrizione dell’analisi su costi e benefici del Tav dichiarando che “sarebbe prudente valutare i benefici sulla lunghezza: da 100 a 500 anni. Per questo non ci sono investitori privati…” facendo cosi cascare diverse mascelle tra il pubblico. Ha straparlato delle meraviglie di una linea che andrebbe da Algesiras a Kiev dimostrando di non sapere che l’ipotesi del Corridoio 5 è stata da tempo cassata per mancanza di risorse e concludeva annunciando che lo Stato risparmierebbe intorno ai 160 miliardi annui se ci fossero tutte le infrastrutture necessarie e tutto funzionasse perfettamente nel suo mondo di sogni.
Esposito, un po’ emarginato dalla eccessiva presenza dell’esimio ex collega, si limitava a minimizzare gli argomenti contrari all’opera definendoli ideologici, “terzomondisti”, auspicando centinaia di iniziative simili di informazione “invece delle passerelle a Chiomonte” , di cui perarltro lui non se ne perde una, e a lamentare che la critica al treno sia ormai diventata critica al modello di sviluppo (“e comunque l’Europa non ci dà i soldi per fare gli ospedali...”) lasciando cosi intendere quale per lui sia il nodo della questione. Cosi il convegno si chiudeva con Magliano che approcciava colloquialmente i No Tav i quali distribuivano al pubblico il loro volantino Tav = Truffa e la gente del pubblico che dialogava con i No tav esprimendo opinioni del tipo “Si, forse avete ragione ma è una situazione che va risolta…”
Tutto sommato, è stata una serata valutata positiva dai No Tav che hanno anche rimpolpato la rubrica degli indirizzi a cui mandare informazioni. Un insuccesso garantito invece per i Si Tav grazie soprattutto alle argomentazioni di Giachino. Probabilmente dall’insoddisfazione del nostro senatore (titolo quasi in scadenza, viste le prospettive del governo) per l’esito della serata è nata l’esigenza di ribaltare la verità dei fatti con una fulminea “velina” su La Stampa.