Tav: non ci sono i soldi. Lo dicono i numeri

Tra fumose dichiarazioni e confuse smentite sui finanziamenti, la banda del Tav comincia a sfilacciarsi. Solo un Lupi senza scrupoli tiene la barra e conferma l'inconfermabile. Quanti guasti potranno ancora combinare prima di arrendersi? Il progetto sembra al capolinea. Le cifre spiegate dai tecnici No Tav non lascerebbero dubbi. Intanto in Valle primo arresto di Si Tav.

di Fabrizio Salmoni

In una conferenza stampa più rivolta ai giornalisti e alla controparte che al pubblico, il Movimento No Tav, tramite due dei suoi tecnici, il Prof. Alberto Poggio (Politecnico) e l’Ing. Roberto Vela, e il rappresentante del Presidio Europa Paolo Prieri, ha imposto la verità dei numeri. Cronisti sempre pronti a diffondere più o meno a sproposito le dichiarazioni di Virano e della banda del Tav sono stati posti di fronte ai conti della Torino-Lione tratti “dalle cifre indicate nei documenti ufficiali” quindi difficilmente controvertibili malgrado l’ennesimo recente tentativo del Ministro Lupi (rappresentante al governo di Comunione e Liberazione e delle sue Opere) di reiterare una realtà fittizia per non dover mollare l’osso.

I FATTI E LE CIFRE bandabassotti

Il costo. Come ribadito in Commissione Trasporti del Senato dall’ad di FS Michele Elia, il costo della linea in preventivo è di quasi 12 miliardi perchè si è calcolata la rivalutazione del 3,5% annuale prevista dalla legislazione. FS non si è inventata nulla: ha solo applicato quanto già previsto nel progetto Ltf, nei quaderni dell’Osservatorio tecnico e nell’analisi costi/benefici iniziale (2006) e che ora Virano nega.

Il contributo europeo. Come premessa, a fronte della reiterata affermazione che “l’Europa darà il 40%”, i tecnici No Tav hanno ribadito quanto dichiarato da Michael Cramer, Presidente della Commissione Trasporti Ue, e cioè che molto difficilmente la To-Lione avrà quanto sperato. Perchè i fondi del bando 2014 Cef Transport Multi-annual Call per i progetti denominati “core network” ammontano complessivamente a 5,5 miliardi. Ma quei fondi sono destinati a un gran numero di progetti, anche di altri Stati europei. “I desideri vanno oltre la disponibilità” visto che l’Italia solo per il traforo del Brennero e To-Lione chiede 6,8 miliardi e a questo punto l’Italia dovrà scegliere su quale puntare. Per cui – sfottono i No Tav – ” il signor Lupi può chiederne quanti ne vuole per fare la sua figura ma sa benissimo che quei soldi non ci sono. E i giornalisti mainstream smettano di propagare falsità dal momento che ora (in verità, già da tempo) sono pienamente informati”.

Nella richiesta di autorizzazione di spesa in Legge di Stabilità 2014, i fondi allocati sono complessivamente 2,56 miliardi da spalmare fino al 2029 ma il bando europeo per i contributi riguarda solo il periodo fino al 2020. Pertanto, sulla carta, l’Italia può disporre solo di 1,37 miliardi, molti meno di quelli richiesti per co-finanziare la To-Lione ed è comunque su questa cifra che la Ue calcolerebbe la percentuale di contributo (sempre che fosse il 40% – ma non lo sarà- ci si ridurrebbe a un “misero” 548 milioni…a meno di aumentare le tasse). lupi

Ma c’è un ennesima ragione per cui la To-Lione non è eleggibile tra le priorità ed è il fatto che non soddisferebbe le esigenze di superare un “bottleneck” cioè una strettoia impedente, come nelle prescrizioni europee, bensi addirittura un massiccio montuoso, molto più dispendioso. Quella di fare la To-Lione è stata dunque una decisione molto azzardata.

Le procedure. La richiesta di contributo europeo deve esser inviata entro il 26 Febbraio e tale data sembra assolutamente irraggiungibile perchè mancano ancora tutti i presupposti per l’autorizzazione del Cipe: la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA- ferma da due anni), l’approvazione del progetto definitivo, la definizione CERTA a vita intera (cosa che non è ancora determinabile – come ha affermato in Commissione Marcello Messori, presidente di Fs), la CERTEZZA del contributo europeo (che non c’è almeno nella sua quantificazione ma il cane si morde la cosa per quanto visto sopra) e, last but not least, la disponibilità finanziaria nazionale (basteranno quei 1,37 miliardi?).

Si aggiungano altri dettagli non secondari: un soggetto terzo per la Ue dovrà valutare in tempo cifre e rapporto costi/benefici e qui saranno dolori visto che l’Italia gode di un bassissimo grado di credibilità; l’eventuale contributo NON sarebbe pagato in anticipo ma a lavori fatti e dopo un severo controllo delle cifre; non c’è ancora l’ente promotore, la nuova società transnazionale che dovrebbe sostituire Ltf, un iter bloccato da dispute interne su conti e rivalità interne; l’accordo preliminare del 2012 scade a fine febbraio 2015 e prima di quella data il progetto deve essere certificato con la sua copertura finanziaria. “Faranno di tutto per per imbrogliare – dice Prieri – ma tutto verrà da noi sottoposto per controllo alla Corte dei Conti europea e all’Organismo contro le frodi (Olaf)”.

 Le spese. A tutt’oggi, secondo l’ad Fs Michele Elia, il progetto è costato agli italiani 1,611 miliardi, soldi transitati e spesi da Ltf a cui si devono aggiungere altri impegni di spesa fino oltre il 2016. In quella cifra è inclusa la spesa per i lavori di protezione del cantiere e non i costi della militarizzazione della Valle cioè quelli per forzare il progetto contro la volontà della popolazione*.

Se non ce ne fosse abbastanza per la banda del Tav, è lo stesso Prieri ad annunciare che, a differenza della situazione pre-elettorale europea, oggi il Movimento No Tav, tramite il Presidio Europa, fa lobby a Bruxelles con tutti i parlamentari ambientalisti (M5S, Tsipras, Verdi) ed è oggi in grado di assistere nell’informazione tutte le istanze europee. Una lobby civica, che protegge le tasche degli italiani. stefano esposito

In chiusura di conferenza stampa, Emilio Delmastro di Pro Natura ha aggiunto altre due annotazioni:

. nello Sblocca Italia non si fa menzione della To-Lione. Sarà un caso?

. hanno speso soldi inutili per il tunnel geognostico. Non ce n’era bisogno perchè i dati li avevano già grazie al progetto di Pont Ventoux

Conclusioni. I soldi tanto sperati non ci sono. La banda del Tav sta ingannando il governo e gli italiani. L’Opera è difficilmente realizzabile perchè i suoi presupposti economici azzardati stanno venendo al pettine. Per realizzarla bisogna ipotizzare aumenti di tasse mirati al progetto e l’aggravamento del già preoccupante debito pubblico. “Il governo italiano – dicono i No Tav – ha la stupenda opportunità di usare questo fiume di denaro per le opere utili come la messa in sicurezza del territorio nazionale. Non la sprechi. Noi continueremo a controllare e denunciare ogni aspetto equivoco dell’affare”.

Ieri, la rivista francese Canard Enchainè pubblicava un articolo sull’infiltrazione mafiosa nelle Grandi Opere italiane; oggi è stato arrestato Ferdinando Lazzaro per falsa fidejussione nel fallimento dell’talcoge, una delle ditte già in odore di gravi illegalità ma ugualmente affidatarie di lavori al cantiere di Chiomonte. E’ un fatto che fa riflettere sulla casuale coincidenza dei tempi con lo “sfilarsi” del senatore Esposito degli scorsi giorni. Il Giorno del Giudizio si avvicina. (F.S. 13.11.2014)

 

* Ovvero, secondo i giornalisti legati alla banda Tav, quelli spesi per colpa dei No Tav che si oppongono al cantiere. E’  interessante che l’articolista de La Stampa attribuisca a Ltf le spese per la protezione del cantiere, e allo Stato quelle per la sorveglianza di forze dell’ordine e esercito, come se la fonte del denaro, lo Stato, non fosse la stessa. Quella del Tav sarà una malattia dura da smaltire…