TAV. “Non ci sono i soldi”, inutile in commissione a Torino la richiesta di Rosso

Dove la politica della grande opera valsusina ha lasciato il posto ad amministrazioni contro la Torino-Lione, gli spazi del confronto emergono, i tecnici sulla sola base dei pochi progetti che lo stato ha reso disponibili e sulle prescrizioni degli organi competenti risponde e il dibattito diventa pubblico.

di Valsusa Report

“Non ci sono i soldi”. In Valsusa direbbero “ve lo avevamo detto”. Ed in effetti è così. Così diverso il confronto quando è reale. Dalla sua salita in Sala Rossa, la sindaca Appendino con la sua giunta ha subito voluto vederci chiaro, quella democrazia mancata nell’Osservatorio prima di Virano ed adesso di Foietta che come vincolo per parteciparvi aveva l’obbligo di parlare nel merito della Torino-Lione, quindi esserne favorevoli, oggi con la costruzione della Commissione Tecnica Torino-Lione al Comune di Torino cambia di segno. Non sono più solo pollici verso l’alto, ma andando a leggere le carte si riscontrano anche quelli verso il basso.

Intanto in questo periodo storico con scioperi al cantiere, francesi che si prendono una pausa, ministri che riducono le compensazioni ed Europa che aspetta la saturazione della linea storica, la dimostrazione è che manca il salto di qualità dei proponenti. Il ventennio del gruppetto di Rivoli che ha architettato le opere pubbliche per Torino e provincia scricchiola. Diventare compaggine nazionale in grado di mettere su una grande opera, ad oggi, se ne è solo dimostrata l’incapacità.

Anche utilizzando strumenti potenti come i giornali e le televisioni non è bastato, in Valsusa il movimento d’opposizione è più vivo che mai, in questi giorni e dall’inizio dell’estate ha continuato a “mettere granelli di sabbia nell’ingranaggio del mostro”. Una marcia a maggio di 40000 persone sotto la pioggia ed è alla seconda edizione di un festival capace di ottenere 300 volontari, “la ciurma”, che attrae in una stima, circa 30000 persone al giorno per quattro giorni.

Capace di creare eventi partecipati come l’Hackmeeting Italia, Genuino Valsusino, Critical Wine No Tav che nell’anno risultano vincenti e numerosi. Si raggiungono cifre da capogiro, 300 mila persone all’anno che si informano su un’opera inutile. Un fallimento quello dell’Osservatorio che ha sempre perso posti politici in Valsusa e che ha iniziato a perdere posti politici importanti come la Città Metropolitana e il comune di Torino, andando avanti con il TAV Torino-Lione si perderà anche la Regione?

Intanto dove la politica della grande opera valsusina ha lasciato il posto ad amministrazioni contro la Torino-Lione, gli spazi del confronto emergono, i tecnici sulla sola base dei pochi progetti che lo stato ha reso disponibili e sulle prescrizioni degli organi competenti risponde, creando quel confronto. Diciamo che la disinformazione incurante colpisce tutti. Ed è così che da una proposta di mozione depositata dal consigliere Roberto Rosso, nasce lo spunto per l’audizione, da parte delle commissioni Trasporti e Bilancio, della Commissione Tecnica Torino-Lione, un organo consultivo istituito l’anno scorso con delibera della Giunta comunale.

La mozione, poneva la questione, di un intervento da parte della Città di Torino nei confronti del governo per ottenere, da una possibile riduzione dei costi della tratta italiana della linea ad alta velocità Torino-Lione, che quei soldi venissero utilizzati sul territorio torinese, auspicando a questo fine un rientro della Città nell’Osservatorio sulla TAV.

L’opposizione in commissione, formata da Napoli e Ricca ha subito instillato perplessità sull’opportunità dell’audizione dei tecnici, mentre il consigliere Lubatti ha chiesto l’audizione del Commissario straordinario per la TAV, Paolo Foietta. Una reazione scomposta che ha così favorito anche un futuro Consiglio comunale aperto dopo la pausa estiva.

Ma cosa vanno a dire i tecnici TAV Alberto Poggio e Angelo Tartaglia chiamati dalle commissioni Trasporti e Bilancio? Dicono che i soldi al momento non ci sono, ma non solo [QUI] integralmente su CittAgora il periodico del comune di Torino spiegano bene i passaggi ignorati da Rosso.

I professori Alberto Poggio e Angelo Tartaglia, a nome della Commissione Tecnica, hanno chiarito che i presunti risparmi, indicati dalla mozione in circa 3 miliardi di euro, potrebbero determinarsi solo laddove esistesse uno stanziamento di fondi. E’ vero che il ministro Delrio ha ipotizzato una revisione del progetto depositato nel 2011 da RFI per la tratta italiana della Torino-Lione, hanno spiegato i due esperti, ma il CIPE non lo ha ancora approvato e quindi non risulta finanziato.

I due docenti del Politecnico di Torino hanno anche risposto nel merito indicando che:

essendo l’Osservatorio un organo puramente consultivo, non costituirebbe sede di trattativa per l’assegnazione di eventuali fondi risparmiati tramite revisione del progetto.

Quindi inutile la richiesta di Rosso di rientrarvi. In soldoni un metodo, una debacle incredibile da andare a leggere assolutamente sul sito del comune, ma ancora più incredibile è la conseguente richiesta di udire il commissario di governo, come se le carte cambiassero di segno. La Torino-Lione più passa il tempo e più si rivela per quello che è, “un’opera utile a pochi”, come dicono in Valsusa, e le nuove commissioni tecniche sono in grado di mettere in luce il sommerso di questi ultimi 27 anni di proposta TAV in Valsusa.

V.R. 20.7.17