
di Fabrizio Salmoni
Diverse migliaia di oppositori della Torino-Lione hanno riempito le vie principali di una Torino talmente gelida che persino il passeggio del sabato pomeriggio era ridotto ai minimi termini. Ci si era messa anche la pioggia che da metà mattinata aveva contribuito al tasso di umidità rendendo l’ambiente complessivo piuttosto ostico. Non è bastato a ridimensionare la manifestazione: i No tav sono abituati a ben altro. E come il 10 maggio scorso sono riusciti a mettere insieme i tanti fronti di protesta sociale che denunciano sprechi, tagli e devastazioni multiple in questa Repubblica delle banane che riesce a far approvare dal Cipe, solo un giorno prima, le spese per la tratta internazionale della Grande Opera malgrado le prescrizioni inevase e le tante incongruità contabili. “Hanno approvato spese per soldi che non ci sono – ci dice Nilo Durbiano, sindaco di Venaus, mentre presidia in solitaria con tanto di fascia tricolore la facciata della caserma Cernaia – questa storia sarà ancora lunga e il Tav non si farà. Sentiremo cosa avrà da dire la Corte dei Conti”. La realtà è infatti talmente intricata da non mostrare una soluzione a breve – confermano altri – Ci vorrebbe un governo diverso, di forze progressiste che ribalti la logica degli interessi. Una possibilità che questa “Italia di decerebrati” – come la definisce un illustre collega poco ottimista – fa apparire distante. Per ora quindi rimane l’asprezza dello scontro tra due determinazioni, quella della protervia e della violenza dei poteri che perseguono il progetto e quella della rabbia di chi rappresenta il paese reale e i suoi interessi.
Cosi sotto la pioggia intermittente hanno sfilato le tante componenti del fronte sociale per i beni comuni e delle forze politiche che lo sostengono. I ventiquattro sindaci hanno simbolicamente ri-approvato le delibere contrarie alla Torino-Lione e annunciato di voler allargare il fronte dell’opposizione istituzionale alle Grandi Opere a tutti i Comuni d’Italia con una convocazione di Stati Generali di primi cittadini “che vogliono un cambiamento di indirizzo nelle politiche di spesa del governo”.
La presenza della polizia non è stata discreta ma neanche aggressiva come il 10 Maggio scorso quando si era rasentato l’ammutinamento di reparti incattiviti dalla propaganda dei loro sindacati di destra e dalla tensione alimentata dai media. A tenerla occupata sono stati i soliti No Tav milanesi che, muniti di un “biglietto collettivo”, sono stati bloccati a più riprese durante il viaggio dal personale delle ferrovie e costretti a inscenare una protesta sui binari per poter continuare il viaggio e arrivare comunque in ritardo per la manifestazione (ma era il caso?).
A mettere altro pepe alla giornata ci ha pensato Anonymous che ha bloccato i siti del Tribunale di Torino, del Cipe e del “neo-giovane turco” Esposito, coraggioso senatore più scortato di Putin.
F.S. 22.2.2015
Galleria immagini della manifestazione:
Foto di Leonardo Capella