Tav deputata Michela Ravasi scrive al primo ministro francese

Lettera Aperta di Michele Rivasi (Deputata europea) al Primo Ministro frances Manuel Valls sulla linea Tav Torino-Lione

di presidioeuropa.net.

Comunicato Stampa del Presidio Europa No Tav: Lettera Aperta della
deputata europea Michèle Rivasi al Primo Ministro Manuel Valls

Si faccia chiarezza sulla Torino – Lione !

Signor Primo Ministro Manuel Valls,
Vorrei innanzitutto ringraziarLa per aver dedicato del tempo per farmi ricevere, insieme a Daniel Ibanez che mi accompagnava, dal suo Consigliere per i Trasporti in occasione della mia presenza lunedì, 13 luglio all’Hotel Matignon.
Mi trovavo in quel luogo perché desideravo chiedere ai Signori Destot e Bouvard, che avrebbero dovuto consegnare la loro relazione sui nuovi finanziamenti al progetto Lione-Torino.[1] Ero alla ricerca di informazioni e chiarimenti dopo aver avuto conoscenza dalla stampa del contenuto del loro unica raccomandazione: creare una tassa per gli autocarri.
Ho capito il disagio dei suoi servizi nell’apprendere che ero lì presente per porre, dinanzi alla stampa, domande scomode ai due relatori; e in particolare rappresentare la mia incomprensione per un provvedimento che raccomanda di lasciare gli autocarri sulla strada per sessanta anni con lo scopo di finanziare un progetto che dovrebbe trasferirli sulla ferrovia in dodici anni!
Così siamo stati in grado di porre le nostre domande ai nostri interlocutori che ci hanno gentilmente offerto di incontrarci mentre la stampa è stata ricevuta dai due relatori Destot e Bouvard.
La prima domanda, che solleva una questione di forma e sostanza, è l’assenza nella loro relazione, che le è stata consegnata, di qualsiasi riferimento alle attività del Fondo per lo Sviluppo della Politica dei Trasporti Intermodale nel Massiccio Alpino (FDPITMA) del quale Michel Bouvard (co-autore della relazione) è amministratore. Si può trovare un solo riferimento a pagina 78, ma nulla è riportato sulla sua attività da oltre 12 anni.
Salvo errore di interpretazione sul senso della missione di questo fondo, esso è stato creato per lo sviluppare e finanziare la politica intermodale nel Massiccio Alpino dal 2002. Nonostante ampie ricerche, non ho trovato né io né il sig. Ibanez, informazioni su qualsiasi attività o lavoro a favore dell’intermodalità Massiccio Alpino.
L’unica attività che sono stato in grado di identificare è il trasferimento di denaro dal tunnel del Monte Bianco al Traforo del Fréjus per colmare le sue perdite. Questo meccanismo è documentato nelle relazioni dell’Agenzia di Partecipazione dello Stato, senza tuttavia che si possa conoscere l’attività finanziaria del fondo.
Dopo aver letto questi rapporti l’APE, capisco che il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia nel Massiccio Alpino non potrebbe che destabilizzare maggiormente i bilanci del tunnel del Fréjus, creando così ulteriore deficit pubblico in violazione delle regole del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea iscritte nella Costituzione francese dal precedente governo.
Mi sorprende che un fondo dedicato allo sviluppo del trasferimento modale non si occupi che della strada, raddoppiando il tunnel autostradale del Fréjus, senza che alcuna attività per il trasferimento modale sia identificabile al suo attivo.
Desideravo anche capire perché la Francia, in preparazione della COP21, non si sia impegnata a rispettare le disposizioni di cui all’allegato 3 del trattato franco italiano che ha ratificato l’accordo di Roma del 30 gennaio 2012 in cui si afferma che l’anno successivo la sua firma (ossia entro il 29 gennaio 2013, al più tardi) saranno adottate misure per vietare il transito degli autocarri Euro 1, Euro 2 e quelli che trasportano merci pericolose nel Massiccio Alpino per imporre loro di utilizzare capacità ferroviarie disponibili che esistono, dal momento che il signor Hubert du Mesnil, attuale presidente di Lyon Turin Ferroviaire e Presidente di Réseau Ferré de France fino al 2012, ha pubblicato un’inchiesta pubblica sul progetto Lione-Torino, in cui si legge che la linea ferroviaria esistente, che è stata completamente ristrutturata e messa a sagoma GB1 (l’80% della flotta degli autocarri che circolano tra la Francia e l’Italia), ha una capacità di 120 treni merci al giorno (allegato C pagina 12).
Attualmente ne circolano una ventina al giorno (7027 all’anno), ci sono dunque 100 tracce di circolazione al giorno, che permettono di offrire alle imprese di trasporto 700.000 passaggi per autocarri all’anno (100 treni x 20 autocarri x 350 giorni di sfruttamento annuale).
Ho anche potuto confermare ai nostri interlocutori che ritengo la presidenza di LTF da parte di Hubert du Mesnil in conflitto di interessi con quello dell’Istituto di Gestione delegata (IGD), che si definisce “L’istituto francese per il PPP” e milita per la concessione dei servizi pubblici ai privati e al partenariato pubblico-privato (PPP).
Sarà d’accordo con me, Signor Presidente del Consiglio, che non è possibile pretendere in queste circostanze di avere un arbitraggio imparziale nell’assegnazione dei lavori in caso di Opere Pubbliche o date in concessione oppure attraverso un partenariato pubblico/privato. Questa situazione alimenta anche maggiori dubbi da parte dei cittadini dato che i contratti sono firmati dal Presidente della LTF con aziende che sono presenti nel consiglio di amministrazione dell’IGD che lui stesso presiede.
Infine, abbiamo discusso con i suoi consiglieri della situazione della certificazione dei costi della galleria di base a cura di un soggetto terzo che avrebbe dovuto essere “indipendente” in base all’articolo 18 del trattato tra la Francia e l’Italia. La Corte dei conti francese, nel suo rapporto del 1° agosto 2012, ha definito con precisione cosa si intendesse per soggetto terzo indipendente, indicando a pagina 4/8 che “sarà necessario garantire che questa certificazione sia effettuata da esperti che non hanno mai collaborato sul progetto e non hanno conflitti di interesse in relazione al seguito del progetto.”
Il suo predecessore, Jean-Marc Ayrault, ha risposto dichiarando a pagina 2: … ” sarà necessario che i costi siano certificati nel modo più rigoroso, in modo indipendente come il memorandum franco-italiano del 2003 prevede, prima del completamento dei lavori ”
Ignorando questo impegno governativo e le disposizioni del trattato franco-italiano, il Signor Hubert du Mesnil ha deciso di assegnare la certificazione dei costi attraverso una trattativa privata, senza un bando di gara, al gruppo GDF Suez Tractebel che siede nel Consiglio di Amministrazione di IGD. Ho trovato sul sito internet di GDF Suez Tractebel che questa azienda collabora perla LTF Lyon Turin Ferroviaire dal 2002!
Credo, signor Presidente del Consiglio, che sia sua responsabilità fare rispettare i trattati e la parola del suo predecessore presso la Corte dei conti, anche per ripristinare un rapporto con i nostri cittadini che oggi esprimono una sfiducia sempre più pronunciata nei confronti del mondo politico e delle istituzioni.
Il suo intervento affinché questa situazione sia finalmente chiarita, in un caso in cui un direttore generale e un direttore dei lavori sono stati condannati per turbativa d’asta, e dove si è dimostrato che la mafia ne ha beneficiato (secondo i carabinieri e le intercettazioni telefoniche che sono state pubblicate), sarebbe una prova fornita al pubblico.
La ringrazio per avermi fatto accogliere, insieme al signor Daniel Ibanez che mi accompagnava, dai suoi consiglieri e auspicherei che Lei possa inviarmi le relazioni di attività e le relazioni finanziarie del Fondo per lo Sviluppo della Politica Intermodale dei Trasporti nel Massiccio Alpino (FDPITMA).
Mi dispiace di non aver potuto porre queste domande direttamente e in piena trasparenza ai due relatori mentre mi trovavo nel cortile dell’Hotel Matignon.
Confido che Lei avrà a cuore di fare annullare il contratto assegnato a trattativa privato con GDF Suez Tractebel, società che non è per nulla indipendente.
Infine, spero che Lei farà adottare le misure necessarie affinché, da subito, sia organizzato in partenza dal porto ferroviario di Amberieu-en-Bugey, un servizio di autostrada ferroviaria per il trasporto di autocarri sui treni tra la Francia e l’Italia, come fa la Svizzera e l’Austria ogni giorno su ferrovie di montagna e con il successo che tutti conoscono.
RingraziandoLa per l’attenzione, e in attesa delle Sue risposte, La prego di accettare, Signor Primo Ministro, i sensi della mia più alta considerazione