
Alberto Perino, Loredana Bellone, e Giorgio Vair, sindaco e vicesindaco di San Didero condannati a risarcire Ltf. Un’altra sentenza che accresce il divario tra giustizia e legalità.
Iniziamo raccontando quei fatti. Era la fine del 2009 quando si iniziava a capire che da lì a poco avrebbe di nuovo avuto luogo un attacco al territorio. Il movimento NoTav faceva già le prime assemblee pubbliche per capire come difendersi, in una di quelle furono informati i cittadini dei progetti di Ltf, ditta a cui furono appaltati i lavori. Iniziava così la campagna contro le trivellazioni, Susa era un punto in cui le trivellazioni erano più concentrate. Fu così che nacquero i presidi si Susa all’autoporto e di S. Antonino alla stazione Fs.
L’11 dicembre 2009 «notav.info» scriveva “Siamo al giorno tre di presidio a Susa nell’area dell’Autoporto. Abituati alle nostre montagne, ai prati, alle salite, agli alberi, stiamo presidiando una zona della Valle che è un vero corpo estraneo a ciò che lo circonda, ma tant’è… Forse è anche il prezzo da pagare per dimostrare che in questa lotta ci crediamo così tanto che difendiamo anche posti che abbatteremmo volentieri. Intanto il movimento non sta ad aspettare con le mani in mano: il presidio cresce ora dopo ora. In assemblea l’altra sera abbiamo riempito la sala non di spettatori o uditori, ma di amici e compagni disponibili a lottare, da subito senza dover essere convinti di alcun che; le ragioni che muovono il movimento di popolo che siamo, si fanno ogni giorno sempre più forti e si manifestano ogni qualvolta che lo stato e le sue istituzioni gettano la maschera. Il comunicato emanato dal governo la dice lunga. In assemblea abbiamo preso l’impegno di opporci a tutti i sondaggi (91) e così faremo, mettendocela tutta nel bloccargli tutto, ma sappiamo che se anche non riuscissimo a bloccarglieli tutti non avremo perso alcunché: devono ancora fare la linea vera e propria, devono ancora progettarla, appaltarla e costruirla, quindi di tempo e occasioni ne abbiamo”.
Il 12 gennaio, dopo un’assemblea di 300 persone riunitesi a Susa, viene deciso di aspettare che Ltf arrivi, dopo essersi annunciata. Solito schieramento con decine di pulmini stipati di agenti in tenuta antisommossa, agenti Digos e Carabinieri di Susa. Siamo alle prime comparse quando nessuno sospetta niente, la protesta regge e il confronto è normale (qui il video della giornata 12 gennaio 2010 sondaggi a Susa). I 91 sondaggi programmati entro il 31 gennaio si riducono a una dozzina, e le persone sono tante ad aspettare lo Stato.
Una protesta annunciata, concordata come ricorda il sindaco di San Didero Loredana Bellone intervistata dal «Fatto quotidiano». “Era stata un’azione di resistenza passiva – spiega il sindaco – la Polizia non ha ci spinto ad andare via. Quando vogliono far qualcosa la fanno a forza di manganellate, questa era una trappola per colpire alcune persone più in vista nel movimento”.
E così è stato. Una sentenza annunciata, procurata, provocata per espropriare la giustezza di una lotta che chiede giustizia, attraverso una legalità distante dalle terre che insorgono per difendersi. Non bastano accordi nazionali e internazionali, è necessario che gli accordi vengano estesi alla popolazione: mentre alla popolazione non si chiede altro che di restare silente e supina, accondiscendente, pena l’essere tacciata di terrorismo, l’essere accusata e denunciata.
Ma a presentare il conto non è soltanto Ltf, lo sarà anche il movimento che a detta di alcuni esponenti di spicco già pensa a un controprocesso, per ribadire, se ancora ce ne fosse bisogno, a quanto ammontano i danni morali e materiali che la gente della Val di Susa ha dovuto subire in questi anni, e a quanto ammontano i danni morali e materiali che questa classe politica ha causato al Paese. Una sorta di Tribunale Russell “nello sforzo di presentare al resto degli italiani, nelle università, nelle scuole, negli ospedali, nei posti di lavoro, l’enormità della truffa che un’associazione di delinquenti sta portando avanti contro tutti”.