TAV basta scuse! L’opera va fermata e si può fare

Il partito del cemento è già pronto per regalarci nuovi colate di opere inutili (come il Tav e il Mose). Un documento fornitoci dimostra che l'Italia si può chiamare fuori dal buco nero finanziario del Tav

di Redazione.

Riceviamo e pubblichiamo una nota giuridica da parte dell’Avv. Bongiovanni che evidenzia come esistano tutti presupposti per fermare il TAV. In questo periodo di forti difficoltà c’è chi preme per far partire i cantieri a tutti i costi, in nome del “lavoro”. Ma sappiamo bene che è solamente una scusa, e il disastro della Sanità, in questa crisi, dovrebbe aver insegnato qualcosa su quali sono le priorità per gli investimenti in Italia.

Ma il partito del cemento non demorde mai, forte delle complicità a livello istituzionale su cui può contare. La retorica dei “posti di lavoro” è sempre servita per giustificare qualsiasi tipo di spreco di denaro pubblico.

La drammatica situazione in cui versa il paese dovrebbe consigliare maggiore cautela, e più fedeltà alle analisi dei costi/benefici, quando si pensa, e si progetta, un’opera pubblica. 

Le priorità del paese sono altre. Ci sarebbero molti modi in cui impegnare le risorse del pubblico per rimettere in moto il paese, anziché quello della cementificazione e dello stravolgimento degli ambienti naturali. Ma questi politici, che si qualifichino di destra o di sinistra, non imparano mai…