
di Fabrizio Salmoni
Il pubblico torinese ha riempito il Cecchi Point lunedi sera dove si teneva un’assemblea popolare in preparazione della manifestazione nazionale di sabato 21 Febbraio contro il Tav e i tagli allo stato sociale.Tra i presenti, il consigliere 5 Stelle Chiara Appendino, sindacalisti e diversi esponenti della sinistra sociale.
L’avvocato Claudio Novaro, il tecnico Luca Giunti e Alberto Perino hanno aggiornato la platea sui temi attuali della situazione nei rispettivi campi. Novaro ha ancora una volta spiegato, alla luce delle recenti sentenze, quali siano le strategie mediatiche e giudiziarie della Procura torinese per perseguire i valsusini e annichilirne la volontà di opporsi attivamente alla Grande Opera con una raffica di procedimenti in una sorta di iter preferenziale. In occasioni precedenti, l’avvocato aveva avuto modo di fare una panoramica completa delle criticità di quella strategia ma oggi si è voluto soffermare sulle fasi progressive della formulazione delle accuse di terrorismo e sulle anomalie procedurali che a quelle formulazioni erano mirate. “E’ ormai indubbio che le mosse della procura sono coordinate anche mediaticamente in uno sforzo congiunto di portare la repressione a livelli sempre superiori” di concerto con la lobby politica che vuole il Tav se non addirittura con un’identificazione con le sue richieste. Con qualche crepa manifestata dal rigetto da parte della Cassazione delle aggravanti di terrorismo per i primi quattro imputati processati e qualche riduzione nelle pene pecuniarie al maxiprocesso ma sostanzialmente con “una visione condivisa dall’intero ambiente giudiziario che ha voluto creare intorno ai processi ai valsusini un clima di emergenza“. In questo ambito si collocano – ha detto Alberto Perino – le condanne più dure a chi è stato oggetto delle peggiori violenze poliziesche con l’intento di sancire l’impunità agli agenti violenti: un messaggio sinistro per tutti quelli che si fanno portatori della protesta sociale. Perino ha anche ricordato che l’enormità dei costi del Tav non fa che confermarne la funzione di cassa dei partiti e del malaffare, un metodo di finanziamento illecito che da solo ne mantiene in vita il sistema di potere.
Le difficoltà di finanziamento del Tav e le manovre sporche per accaparrarsi il malloppo senza nemmeno assolvere ai requisiti richiesti da un Cipe apparentemente malleabile sono state illustrate da Luca Giunti che in una lettera aperta chiede ai torinesi di guardare in faccia la realtà di una città che ha il peggiore inquinamento e il più alto debito pubblico alimentato da anni proprio dalla politica dei grandi progetti, Olimpiadi, passanti ferroviari, inceneritori, che si susseguono a ripetizione a tutto vantaggio delle banche e dei potentati locali ma a detrimento della città.
Sullo stesso tema, con abbondanza di dati è intervenuto a ruota il giornalista Maurizio Pagliassotti, autore di una ricerca dettagliata sulle macerie economiche e ambientali ammassate in anni di amministrazioni locali incapaci persino di rattoppare il deficit pubblico con cartolarizzazioni, liberalizzazioni e svendite di beni e patrimoni comuni.
In inteventi successivi è stata ribadita l’opportunità del sabotaggio come pratica di lotta non-violenta sulle persone ma da adottare, si è voluto ammonire, nei momenti e nelle forme opportune.
Hanno portato infine l’ adesione alla manifestazione i Comitati Unitari di Base, i No Expo milanesi che si preparano all’assedio del prossimo Primo Maggio, l’assemblea della Cavallerizza, i comitati per il diritto alla casa e diverse sezioni Anpi portatrici di un appello che farà sicuramente discutere al prossimo Congresso Nazionale.
L’appuntamento per tutti è per sabato alle 14 in piazza Statuto per una manifestazione che si vuole grande, pacifica e esemplare nelle modalità volute dal Movimento.
F.S. 17.2.2015
La registrazione dell’assemblea: prima parte, seconda parte