
di Fabrizio Salmoni
Avevamo dato la notizia del rinvio a giudizio di Virano per non aver ottemperato a un ordine del Tar che ingiungeva di mostrare tutta la documentazione dell’Osservatorio a chi la richiedeva, segnatamente al movimento No Tav. Oggi è stato presentato ai media dal senatore Marco Scibona del Movimento 5 Stelle, da Mario Cavargna di Pro Natura Piemonte e da Alberto Veggio della lista civica Buongiorno Condove, insieme al legale avvocato Bertone, un esposto alla Procura romana (competente per la carica governativa di Commissario) sull’operato di Virano in merito ai possibili reati di falso ideologico, omissioni d’atti d’ufficio ed altri reati in corso di valutazione. Sotto accusa i dati presentati ai decisori politici dal Commissario stesso che sarebbero non corretti e mirati ad ottenere le approvazioni politiche e finanziarie per l’opera. In particolare si contestano i dati sulla saturazione della linea storica , premessa indispensabile, secondo gli accordi italo-francesi del 2001, per i finanziamenti e per la realizzazione del progetto. La saturazione nei fatti non c’è mai stata e addirittura si è registrato un calo sensibile dal 2001 delle merci su quella tratta ma di questo calo non ci sarebbe traccia nella documentazione del Commissario: non avrebbe mai aggiornato i dati in divenire per condizionare le scelte politiche relative alla Torino-Lione.
A fronte dei numeri forniti da Virano viene prodotta un’ampia documentazione tecnica di fonti terze tra cui la svizzera Alpinfo da cui si evince che le condizioni per procedere non ci sono mai state e presumibilmente non ci potranno essere ancora per diversi lustri, specie alla luce della pendente crisi economica. Tutte cose che il Movimento No Tav ha sempre detto e che ora riesce a documentare con dovizia di particolari. In sostanza si specifica nell’esposto che il Commissario di governo non può e non deve fornire dati o indicazioni tali da indirizzare le scelte dei decisori politici in senso contrario ai loro obiettivi e con danno economico per la nazione e si sostiene che i dati economici forniti da Virano sull’interscambio Italia- Francia sono fuorvianti rispetto al progetto di trasporto merci poichè si riferiscono al valore monetario dell’interscambio che come è noto comprende ad esempio i costi dell’acquisto/vendita di energia e altri valori immateriali che nulla hanno a che fare col trasporto merci. Anche il cosiddetto progetto low cost viene contestato: vi comparirebbero dei costi aggravati per l’Italia in quanto si mette a carico dello Stato italiano la tratta tra Susa e Chiusa San Michele che invece apparteneva originariamente alla tratta comune italo-francese i cui costi erano divisi tra Italia, Francia e Ue. Invece che low cost il progetto quindi costa di più. Insomma, alla luce di tutto questo viene spontaneo chiedersi quali interessi, se non quelli del Paese, il Virano avrebbe favorito con la produzione di tutti questi dati “errati”.
I relatori hanno infine commentato le affermazioni fuorvianti del Virano sulla irreversibilità dell’opera, in quanto l’attuale fase di studio e progettazione ha lo scopo specifico di valutarne la fattibilità (come da trattato del 2001), e della non veridicità dell’esistenza di penali da pagare in caso di stop ai lavori.
I proponenti si augurano che la Procura di Roma valuti l’esposto con maggiore obiettività e criticità dell’ala estremista della Procura torinese che gestisce la repressione del Movimento che si batte contro la Torino-Lione. L’iniziativa va di concerto con l’annunciata Commissione parlamentare d’inchiesta sul Tav ottenuta recentemente dai 5 Stelle. (F.S. 10.2.14)