Spagna. Il Psoe dice no al fracking

Il governo apre alla possibilità di rendere autonomo il Paese con il gas non convenzionale ma i socialisti dicono no. Percorrere la via delle energie rinnovabili.

di Massimo Bonato

Il nuovo Partito socialista (Psoe) ha dichiarato guerra al fracking e alle trivellazioni petrolifere nelle Canarie. «El Mundo» del 1 settembre riferisce che i socialisti, guidati da Pedro Sanchez, hanno chiesto al ministero dell’Industria di “congelare” tutti i permessi concessi in Spagna per cercare fonti di gas di scisto attraverso la fratturazione idraulica. “La grande preoccupazione sociale esige una riflessione serena e una moratoria sull’attuazione di tale pratica”, ha dichiarato a «El Mundo» Pilar Lucio, nuova segretaria impegnata sulle politiche legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità, eletta in luglio durante l’ultimo congresso del Psoe.

La preoccupazione che spinge i socialisti a prendere apertamente posizione è dovuta alla nota di governo pubblicata mercoledì 27 agosto, in cui viene esplicitamente dichiarata la nuova apertura della Spagna al fracking: promuovendo le fratturazioni idrauliche il tentativo è di ridurre i costi energetici per le grandi imprese, favorendo la re-industrializzazione del Paese.

Di avviso contrario il Psoe. Secondo il nuovo responsabile per la politica energetica socialista la strada da percorrere per “ridurre la dipendenza energetica” della Spagna è quella delle energie rinnovabili.

M.B. 03.09.14