Sogin audita in Regione sull’impianto nucleare Eurex di Saluggia

Sogin risponde alla Commissione Ambiente sul progetto dello smantellamento dell'impianto nucleare Eurex di Saluggia.

Impianto Eurex - Saluggia

di Leonardo Capella

Oggi, 16 aprile, in V Commissione (Ambiente), presieduta dalla consigliera Silvana Accossato, alla presenza dell’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia si è parlato della proposta di Sogin (società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi N.d.R.) per ottenere l’autorizzazione alla disattivazione dell’impianto ex nucleare Eurex di Saluggia.

Durante l’audizione l’amministratore delegato di Sogin Riccardo Casale e il direttore tecnico Francesco Troiani hanno illustrato il programma che Sogin intende attuare per la realizzazione dell’infrastruttura necessaria allo smantellamento del sito nucleare di Saluggia.

 Il piano stima che questa procedura comporti un volume di rifiuti superiore a quello contenibile nel deposito attuale, con l’eventualità di costruzione di un ulteriore deposito temporaneo delle scorie in attesa della definizione del sito unico nazionale, che dovrebbe entrare in esercizio nel 2025.

Gian Piero Godio di Legambiente e da Umberto Lorini di Pro natura hanno espresso la loro contrarietà  indicando alcune criticità. La prima criticità riguarda, secondo Godio, l’impossibilità di ipotizzare la costruzione di un nuovo deposito in un’area dichiarata inedificabile da un provvedimento della Regione. E sempre secondo Godio, “perché Sogin dovrà rispettare il programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito, di imminente emanazione da parte del Governo, sia per quanto riguarda gli obiettivi sia per le soluzioni tecniche di gestione”.

Il sindaco di Saluggia, Firmino Barberis, ha espresso il timore che in attesa della definizione del sito nazionale, di fatto Saluggia rischi di diventare un sito di deposito definitivo.

Mentre il consigliere Mauro Campo (M5S) ha espresso forti perplessità sulla possibilità di individuare in Italia un sito con caratteristiche idonee per ospitare le scorie nucleari più pericolose e ha sollecitato una logica transnazionale per affrontare il problema.

Marco Grimaldi (Sel) ha chiesto quali siano state le motivazioni che hanno indotto Sogin a formulare l’istanza di disattivazione su un sito non edificabile e dichiarato non idoneo a livello idrogeologico.
 
L’AD di Sogin ha replicato che, in assenza di un deposito nazionale, i rifiuti non possono essere trasferiti da un paese all’altro e quelli prodotti a Saluggia, anche nella fase dello smantellamento, devono essere stoccati in loco. 

L.C. 16.04.15