Siccità se anche gli imbecilli hanno “sete”

Siccità, effetto serra, Trump, acquedotti. Un problema tira l'altro ma si perde la visione dell'insieme e dell'origine dei problemi. Cosa possiamo davvero fare?

di Claudio Giorno.

C’è in questa “fase” storica (come la chiamerebbe l’Onorevolebersani nello scrivere la prefazione di un libro del Senatoreposito) il convincimento profondo che sia sufficiente votare un Trump per cancellare dall’orizzonte l’effetto serra e soprattutto le sue ormai evidentissime conseguenze…

C’è in questa stagione (come tutti chiamiamo da sempre l’estate) un evidentissimo aumento delle temperature medie e della siccità che affliggono gli umani, gli animali e i vegetali…

Ci sono giornalisti come Alessandromondo che sprecano l’acqua contenuta nella cellulosa e nell’inchiostro dei giornali cartacei ostinandosi a scrivere che la soluzione del problema sta nell’appaltare nuove grandi e piccole opere (in questo caso sotto forma di acquedotti) per sostituire quelli “colabrodo” che perdono per strada fino al 50% del prezioso liquido prelevato alle sorgenti…

C’è chi – pur di dimostrare che Roma è stata amministrata perfettamente & bene fino a due anni fa – attacca l’azienda municipale capitolina rea di voler prosciugare il lago di Bracciano per dare da bere ai Romani… (Peccato che siano gli stessi che hanni vanificato un referendum plebiscitario che chiedeva la ri-pubblicizzazione delle società di distribuzione del prezioso liquido).

C’è chi per potenziare il  canale (semivuoto) di trasporto merci tra Italia e Francia propone di scavare un tunnel che secondo una perizia (da loro stessi commissionata!) determinerà la perdita irreversibile della quantità di acqua potabile sufficiente a dissetare una città di un milione di abitanti (mezza Roma): come se l’idraulico che avete chiamato per portavi l’acqua in casa usasse i vostri soldi per forarvi le piastrelle della cucina col solo scopo di portarvi altre formiche nel lavandino…

Ma la siccità (come la morte di cui è parente stretta) non guarda in faccia nessuno. Né (come ci spiegano naturalisti e geologi, peraltro inascoltati) si può sperare in nubifragi e inondazioni (sempre più frequenti e devastanti per lo stesso motivo: il surriscaldamento del globo) per porvi rimedio. Anzi…

E allora converrà provare a fare almeno qualcosa che sia davvero alla portata di tutti per difendersi:

abbandonare prima che sia troppo tardi il concetto di delega, moltiplicare l’auto organizzazione di comunità piccole e grandi (non tutta la rete vien per nuocere), denunciare la gestione del bene comune a scopo di lucro.

La corruzione è come la mafia” ha appena detto il capo della polizia. il Prefettogabrielli , nel commentare la sentenza che ha condannato i singoli (di destra e di sinistra) associati in cartello per la gestione degli appalti, ma mandato assolto il collettivo del “Sacco della Capitale”. Chiediamogli allora coerenza: a cominciare dalla riconversione in direzione della lotta alla corruzione. dei reparti “specializzati” nella repressione della protesta sociale destinandovi uomini e mezzi in quantità proporzionata.

E chiediamo con forza al Capo dello Stato di restituire la Guardia di Finanza ai suoi compiti di istituto, smilitarizzandola e dotandola di strumenti più idonei a combattere l’uso sempre più sofisticato delle nuove tecnologie per corrompere la finanza pubblica.

Restituiamo (se non l’autonomia) perlomeno l’operatività al Corpo Forestale delle Stato perché la loro professionalità ed esperienza non si disperda irrimediabilmente  tra le mille competenze attribuite ai Carabinieri (a causa dell’ennesima stolta riforma che pare dettata dai piromani – di mestiere – che della siccità sono gli “azionisti di riferimento”).

Diffidiamo infine dei Grandisacerdoti che vorrebbero relegarci a fare danze della pioggia e riti propiziatori: partecipare alla liturgia elettorale come e quando (sempre più raramente) ci viene consentito dai compilatori di liste passate all’approvazione preventiva della finanza internazionale, non ci salverà dalla desertificazione, né dal diluvio universale.

(C.G. 24.07.17)