Scorie, deposito nazionale. Sardegna?

Se noi andiamo invece a fare una valutazione di stima sulle ultime vicende?, appalti truccati, expo, mose, infiltrazioni mafiose o ‘ndranghetiste, politica che corrompe o corruttori, indagini ed arresti, triplicati o quadruplicati i preventivi, nel caso tav addirittura decuplicati i costi finali. Con questi parametri potrebbe uscire la Sardegna

MANIFESTAZIONE A CAGLIARI

Oramai i giochi sono stati fatti, il 2 gennaio di questo nuovo anno ha scritto l’avvio del nuovo deposito nazionale per le scorie nucleari e il parco tecnologico per gli esperimenti a livello internazionale. Rifiuti radioattivi per 90 mila metri cubi, il 60% derivante dallo smantellamento delle centrali nucleari che sono distribuiti in 23 depositi, Sogin S.p.A ne cura il decommissing. Il 40% derivante dalle attività diagnostiche, terapeutiche e da laboratori di ricerca, senza tralasciare i settori industriali di ricerca e sperimentazione. Complessivamente quest’ultimo 40% genera  rifiuti per 500 metri cubi all’anno. Di sicuro, il territorio che conterrà il chilometro quadro di costruzione dell’impianto, potrà essere riutilizzato solo dopo tre secoli.

centrale_nucleare_tricatstin_2719La regolamentazione che Sogin ha presentato ad Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) diventa molto stretta, leggendo alcune scelte: ” che le aree siano alla distanza di 5 km dalla linea di costa attuale oppure ubicate a distanza maggiore ma ad altitudine minore di 20 m s.l.m, le aree che possono essere soggette a ingressioni marine o che siano caratterizzate dalla presenza di falde acquifere superficiali e di cunei salini, foci e delta fluviali, dune, zone lagunari e palustri. Le aree in prossimità della costa, turistiche e densamente abitate caratterizzate dalla presenza di attività industriali a rischio di incidente rilevante, dighe e sbarramenti idraulici artificiali, aeroporti o poligoni di tiro militari operativi, zone non superiori ai 700 metri di altezza, non soggette a sisma o alluvioni, aree vulcaniche attive o quiescenti, aree a sismicità elevata, con pendenza superiore al 10%, a rischio frane, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie ”.

Il deposito nazionale considerato alla pari di una esigenza strategica per il Paese ed un’infrastruttura ambientale rilevante, non sarà mai in grado di accogliere rifiuti nucleari di alta o altissima intensità; tale è che come riportato dalla stessa Sogin “sarà in grado di raccoglieretrasporto nucleare per i prossimi 200-300 anni rifiuti nucleari di bassa e media intensita’”, credibilmente tutto da rifare per le scorie di alta intensità.

All’attacco del Governo Renzi, su questo tema, troviamo SEL e Movimento 5 Stelle per la nomina, che giocherà un ruolo importante,  di Antonio Agostini come capo dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare. Come dicono i comunicati dei due oppositori “ruolo delicatissimo che il buon senso vorrebbe affidato a persona estremamente competente, e che invece è stato assegnato a una figura che benché magari preparata in altri campi, non presenta competenze per quanto concerne il nucleare.”

Dunque con i paletti imposti sulla scelta della zona da espropriare al territorio nazionale, restano un centinaio di siti distrubuiti in 12 regioni. Fino ad ora si è ragionato sulla stima della logica e della salvaguardia dell’ambiente e della…eccetera eccetera, ma se noi andiamo invece a fare una valutazione di stima sulle ultime vicende?, appalti truccati, expo, mose, infiltrazioni mafiose o ‘ndranghetiste, politica che corrompe o corruttori, indagini ed arresti, triplicati o quadruplicati i preventivi, nel caso tav addirittura decuplicati i costi finali; ecco analizzando tutto questo si scoprono dei parametri che nulla hanno a che fare con la logica di popolo, con il buon senso, ed allora cosa sarebbe più oneroso? un trasporto su treno, su gomma o su traghetto, cosa sarebbe più comodo per la difesa del luogo dall’assalto degli ambientalisti? un’isola o una valle, cosa sarebbe nel tempo più facilmente deviante o nascondibile da eventuali perdite radioattive? un territorio già inquinato radioattivamente o una zona di foraggio, cosa sarebbe più facilmente comprabile se non un territorio messo in ginocchio dalla mancanza del lavoro.

Con questi parametri potrebbe uscire la Sardegna, terra utile per fare affari, ma per le solite lobby, amici e per amici degli amici. Le popolazioni cosa diranno?

V.R. 05.01.15