
di Daniela Giuffrida.
Sversamento di liquami nella spiaggia di Scoglitti (RG). Intervengano gli organi competenti.
Ci risiamo, ancora una volta l’amministrazione di Vittori nell’occhio del ciclone per colpa dei suoi sistemi di depurazione delle acque reflue. Dopo i problemi al depuratore dello stesso centro ragusano, risolti poco più di un anno fa ma solo dopo DUE ANNI di assoluta inefficienza da parte degli organi preposti, questa volta si tratta dell’impianto di “pretrattamento” di Scoglitti.
Scrivono il dr Fabio Ferreri ex dirigente del settore ecologia e servizi chimici del Comune di Vittoria e Francesco Aiello, ex sindaco della stessa cittadina ragusana, da anni in lotta contro le linee “operative” dell’attuale Amministrazione Comunale:
“L’Amministrazione si trova nel marasma più assoluto: liquami che fuoriescono oramai dappertutto, sabbia accantonata in attesa del corretto smaltimento, tribune e gazebo smontati di quella che era la Blue Arena e poi quei lavori eseguiti a ridosso della Lanterna, simbolo di Scoglitti, celati maldestramente da una staccionata che non si capisce cosa siano. Manufatti in calcestruzzo, realizzati in pieno demanio, recanti una serie di pozzetti, una sorta di vascone con degli argani, mah! Ci chiediamo chi ha voluto tutto questo? ” Quanto è costato? Quali sono le autorizzazioni che avete richiesto e poi ottenuto? Chi sono i progettisti? E il direttore dei lavori? Perché non vi è un cartello di cantiere che informi la cittadinanza delle attività ivi svolte? E, in ultimo, cosa hanno risolto con questo manufatto, costato qualche centinaio di migliaia di euro, stante la situazione gravissima di carattere igienico e ambientale ancora in atto che rende invivibile la stagione estiva per residenti, villeggianti e turisti?“

Raggiunto al telefono, abbiamo chiesto al dr. Ferreri cosa stia succedendo ancora una volta a Vittoria.
“Vittoria possiede un impianto di depurazione che, per quanto scarsamente manutenuto, ha ripreso a funzionare sufficientemente dopo le noti pesanti denunce all’A.G., poi possiede un vecchio e obsoleto impianto di pretrattamento a Scoglitti, una frazione del paese, che sta proprio sul mare. L’impianto di Scoglitti era dotato di un “troppo pieno”, una specie di guardia idraulica che doveva attivarsi nei momenti di emergenza, ovvero una condotta secondaria uscente dallo stesso impianto, che nei momenti di sovraccarico idraulico, durante gli eventi meteorici, doveva servire a regolare la fuoriuscita dello stesso.
D. Come funziona l’impianto di Scoglitti?
R.”Tutti i liquami provenienti dagli scarichi allacciati alla rete fognaria dell’agglomerato urbano di Scoglitti vengono recapitati all’interno di una vasca dell’impianto vero e proprio dove ci sono delle pompe che rilanciano il liquame, grigliato e disinfettato con ipoclorito di sodio, a circa 1.800 metri dalla spiaggia attraverso una condotta sottomarina, in metallo, che però, ormai essendo vecchia, obsoleta e non mantenuta a dovere, non riesce a smaltire tutto il liquame che sopraggiunge. Il “troppo pieno” serviva a regolare il flusso della condotta nei giorni di pioggia, quando il carico idraulico diventava maggiore della capacità di deflusso della stessa condotta. In questo caso, le quantità di acque in surplus, attraverso il “troppo pieno”, venivano scaricate all’interno del porto.
D. Ma questa non mi sembra una soluzione ottimale per il porto.
R. No infatti. Anche se, comunque, questa operazione avrebbe impedito il sovraccarico idraulico e tutti gli incidenti occorsi in questi giorni. Consideri che il “troppo pieno” si attivava nei momenti di pioggia e non in assenza di questa.
Le spiego: immagini il lavabo di casa, il foro apparentemente “passivo” che vediamo sotto il rubinetto è un “troppo pieno” e serve ad impedire che il surplus di acqua raccolta dentro il lavabo, in caso di temporaneo impedimento o di accidentale dimenticanza di apertura del chiusino, non riuscendo a defluire dal tubo di scarico, fuoriesca dallo stesso lavabo. In questo caso accade la stessa cosa: l’acqua piovana determina un sovraccarico idraulico il quale, quando la condotta non riesce a garantirne il necessario deflusso, comporta l’automatica attivazione del “troppo pieno” così da consentire la fuoriuscita prevenendo i vergognosi fenomeni di sversamento in strada e in spiaggia di questi giorni. E’ bene evidenziare che l’acqua piovana determina, inoltre, la contemporanea diluizione del carico inquinante del liquame tal quale, il quale rientrando nei parametri di accettabilità previsti dalla legge, lo rendono recapitabile direttamente al corpo idrico recettore.
D. Cos’è successo allora ?
R. “Una serie di strafalcioni ed errori tecnici senza pari, corroborati, si fa per dire, da una notevole superficialità. Intanto l’anno scorso su disposizione dell’assessore ai Lavori Pubblici, Filippo Cavallo che, decano degli assessori del Comune e quindi a conoscenza di fatti e misfatti del Comune di Vittoria, interviene in tante materie e non per forza di sua competenza, forse a seguito di rimostranze da parte di qualcuno non d’accordo sulla consegna delle acque reflue al porto, il ” troppo pieno” è stato soppresso.
Questo ha determinato gli sversamenti – prosegue il dr. Ferreri – dei giorni scorsi occorsi puntualmente ad ogni evento meteorico. Ed il fatto che queste piogge le abbiano definite addirittura “bombe d’acqua”, per giustificare la loro inadeguatezza dando la colpa alla natura, non nasconde le responsabilità. A parte che manco sanno cosa siano le bombe d’acqua! Inoltre, l’Amministrazione ha consentito, negli anni, altri allacci alla rete fognaria non avendo potenziato conseguenzialmente l’impianto.
Ovviamente ciò ha determinato il sovraccarico idraulico pressoché sistematico dell’impianto durante le portate di punta (mezzogiorno e sera) anche in periodo asciutto e la mancanza del troppo pieno, come detto, soppresso senza prevedere una valida alternativa tecnica, ha determinato le fuoriuscite di liquame dai pozzetti di adduzione. Infine, un errore madornale è quello di non aver provveduto a dotare l’impianto di un gruppo elettrogeno tale da consentire la necessaria erogazione di energia elettrica nei momenti di stacco da parte del gestore della rete.
Pare che il primo sversamento di questa stagione sia occorso proprio in concomitanza di uno stacco della erogazione di corrente elettrica. Non penso ci voglia particolare attenzione per capire che un impianto tecnologico che funziona con l’ausilio della corrente elettrica, e non per sola gravità, abbia la necessità dell’approvvigionamento della energia elettrica anche nei momenti di emergenza. Non avere previsto tutto questo attribuisce agli amministratori delle colpe gravissime difficilmente celabili.
D. Era già successa questa cosa?
R. “Si, per quanto mi riguarda, dieci anni fa, quando ero ancora dirigente del settore ecologia e servizi chimici di Vittoria, il Troppo Pieno entrò contingibilmente in funzione anche in periodo asciutto, a causa di una rottura accidentale dovuta allo strascico di reti da pesca, della condotta sottomarina. Allora, assumendo su disposizione del Sindaco Aiello il coordinamento delle attività, suggerii al responsabile del settore manutenzioni del Comune, di attivare un servizio di autoespurghi atti a raccogliere tutto il liquame che fuoriusciva dalla condotta dal Troppo Pieno di Scoglitti ed al recapito all’impianto di depurazione di Vittoria, il tutto nel pieno rispetto delle norme in quanto materiale derivante da altri impianti di trattamento delle acque reflue urbane, nei quali l’ulteriore trattamento dei medesimi non risulti realizzabile tecnicamente e/o economicamente, utilizzando i registri di carico e scarico, i formulari di identificazione rifiuti.
Nessuno sversamento avvenne presso il porto e la stagione balneare continuò senza il minimo danno ambientale e senza arrecare fastidi alla cittadinanza. Solo le mie ferie ci andarono di mezzo, ma un dirigente non può esimersi durante i periodi di emergenza.
D. Lei cosa avrebbe fatto in questa occasione?
R. “Io avrei programmato altri interventi come in realtà avevo proposto durante il periodo di mia dirigenza al Comune. In ogni caso, se fosse stato impossibile fare altro, avrei lasciato il Troppo Pieno e avrei realizzato un sistema di recapito in bacini all’interno dei quali raccogliere il surplus idraulico nei momenti di emergenza e da li avrei operato il prelievo con autoespurghi. Oltretutto sono trascorsi dieci anni e in dieci anni non hanno trovato il modo di ovviare a questi inconvenienti. Prima di andar via ho lasciato al settore ecologia del Comune, ormai soppresso, una serie di ipotesi progettuali per trattare quei liquami in maniera seria, ma nessuno li ha attenzionati. Le dirò di più, fino al 2011, il Comune di Vittoria ogni anno appaltava le manutenzioni dell’impianto, cioè prestavano la loro professionalità presso l’impianto operatori che si prendevano cura dell’impianto per 365 gg all’anno, rimuovendo i fanghi, togliendo il grigliato, verificando il funzionamento delle pompe ecc. Ovviamente si procedeva preventivamente alla ispezione della condotta sottomarina per programmare anticipatamente, rispetto alla stagione estiva, gli interventi di ripristino. Dal 2011 il Comune ha deciso che questo non fosse importante. “
D. Quindi l’impianto è abbandonato a sè stesso.
R. Per quanto possa sapere io, si! Salvo poi intervenire quando si crea l’emergenza, magari con operai e tecnici adattati alla bisogna senza la necessaria competenza e formazione. Mandati allo sbaraglio dagli Amministratori o da Dirigenti che non possono esimersi da tanta sciatteria per non perdere posizioni di vantaggio.
D. Cos’è successo alla spiaggia di Scoglitti?
R. “Qualche giorno fa lo sversamento di liquami, di cui le ho detto, è finito sulla spiaggia, e ancora due giorni fa, vi è stata fuoriuscita di liquame dai pozzetti presenti lungo una delle condotte di adduzione all’impianto, per ben due volte durante la giornata e non vi è notizia di alcuna ordinanza che abbia interdetto la fruizione della spiaggia.”
D. Quando accadono eventi di questo tipo vi sono delle operazioni codificate, da espletare?
R. Si, il tutto dipende anche dall’estensione dell’evento in termini di superfici interessate, ma sostanzialmente si deve: 1) Comunicare l’accaduto agli organi preposti (ARPA, Provincia ecc..) entro 24 h dell’avvenuta conoscenza dell’evento. 2) Determinare la superficie interessata dallo sversamento, attraverso la redazione del cosiddetto “modello concettuale” 3) Stabilire un piano di caratterizzazione con programmazione di carotaggi per capire quanto è profondo l’inquinamento. Avuta contezza di queste notizie bisogna preparare un progetto per la rimozione della sabbia interessata e farlo utilizzando i formulari di identificazione rifiuti, eseguire le analisi di verifica e poi eventualmente ricoprire con sabbia pulita, preceduta da una disinfezione del sito, quindi fare certificare il tutto dagli organi preposti al controllo.
Ma prima di ogni cosa bisognava inibire alla popolazione la fruizione della spiaggia, limitatamente alla zona interessata. Un sindaco, un’Amministrazione che tiene alla salute dei cittadini, appena avuto sentore di quanto stava accadendo al depuratore, avrebbero dovuto comportarsi secondo il modus operandi del “buon padre di famiglia” e, utilizzando il principio di precauzione, avrebbero dovuto emettere un’ordinanza di divieto temporaneo alla balneazione, spiegando cosa stava accadendo.
D. Non vi è stata alcuna ordinanza, dunque?
R. “NO!” In tutto questo un mistero: Il 3 agosto l’impianto riceve la visita ispettiva dall’Arpa Sicilia e due giorni dopo, il 5 agosto, con L’IMPIANTO SOTTO SEQUESTRO, sembra siano stati fatti gli accertamenti del caso, tant’è che la richiesta di dissequestro è di giorno 12.

Intervengono a questo punto anche gli ambientalisti di FARE VERDE ed in un loro comunicato scrivono: “A seguito dell’avvenuto è ripetuto sversamento di liquami provenienti dalla rete fognaria che ha interessato un ampio tratto di spiaggia della riviera Lanterna a Scoglitti, come associazione di protezione ambientale, auspichiamo nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali, l’intervento dell’ Arpa Ragusa e della Capitaneria di Porto, organi competenti nel monitoraggio del documentato inquinamento ambientale riferito all’arenile sopra citato. Il Grave episodio e nel caso specifico il ripristino delle minime condizioni di sicurezza, non può essere circoscritto all’impiego di mezzi e uomini dell’amministrazione comunale, prodigatisi immediatamente, ma poiché trattasi di salvaguardia della salute pubblica la legge necessariamente impone l’intervento di organi terzi. Ad oggi ufficialmente non ci è dato sapere se sono stati effettuati, e da chi, i carotaggi per verificare l’estensione e la profondità della zona contaminata, le modalità con cui si è smaltita o si intenda smaltire la sabbia microbiologicamente contaminata ed infetta ed il relativo sito di destinazione (Decreto legislativo 152/06). La trasparenza dell’azione amministrativa e la corretta procedura per la tutela della salute pubblica,devono essere l’obbiettivo di amministratori seri e coscienziosi, in una cornice di legalità. Nel dare voce ai tanti cittadini legittimamente preoccupati , attendiamo fiduciosi documentate risposte dai responsabili tecnici riguardo la presunta bonifica a norma di legge in materia ambientale.“
(D.G. 15.08.15)