Sardegna: giù le mani dalla nostra terra!

In Sardegna i cittadini scendono in piazza per contestare i nuovi mega impianti per la produzione di energia elettrica, contro le operazioni di "Greenwashing" usate dalle multinazionali

di Daniela Giuffrida.

I Sardi, ancora uniti in difesa della loro terra, hanno manifestato contro le attuali proposte per il Termodinamico solare in Sardegna e contro le discutibili prese di posizione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Organizzata da Comitati di Cittadini, Amministrazioni  Comunali e Associazioni Ambientaliste, si è svolta ieri, 25 marzo, una importante manifestazione “unitaria” contro le attuali proposte per il Termodinamico Solare in Sardegna, “proposte che intendono trasformare centinaia di ettari di terreni agricoli o naturali –  affermano gli organizzatori della manifestazione – in aree industriali, in totale spregio dell’ambiente, delle attività esistenti, della volontà delle Comunità  e Amministrazioni locali e delle pianificazioni comunali”.

Ma cosa sta accadendo nella provincia del Medio Campidano laddove, nell’ottobre 2015, la Regione aveva già detto no al Parco eolico Medio Campidano nei Comuni di San Gavino Monreale, Villacidro e Sanluri, dando giudizio negativo sull’impatto ambientale che avrebbe provocato un parco eolico di 34 aerogeneratori in totale, di cui 32 nel territorio di San Gavino Monreale e 2 in quello di Villacidro, per una potenza complessiva di 112,2 MW?

Si tratta di operazioni di “Greenwashing”,  neologismo che indica una sorta di strategia di comunicazione che alcune aziende,  multinazonali e non, utilizzano per costruire di sé un immagine “pulita”, distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica dai reali effetti negativi delle loro operazioni. Ed così che oggi 240 ettari di terre fertili su cui insistono aziende zootecniche, cerealicole, foraggere e olivicole, terre in cui si producono prodotti di grande prestigio riconosciuti e rinomati anche nei mercati mondiali, come latte, olio extravergine di oliva, olive da mensa, stanno per essere ridotte  in sterili aree industriali.

Le società proponenti non si arrendono – affermano gli organizzatori – e guadagnano un altro probabile “si”  dal Ministero dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (a questo punto, evidentemente in procinto di cambiare nome in Ministero della Svendita dell’Ambiente, del Teritorio e del Mare).”

Era già successo con l’impianto solare termodinamico della potenza lorda di 55 Mw denominato ‘Flumini Mannu’ proposto a Villasor e Decimoputzu”, nonostante fosse stato espresso parere negativo dalla Regione Sardegna, dagli Enti Locali e dalle associazioni ambientaliste. Adesso è il turno del comune di Gonnosfanadiga dove, in località Pauli Cungiau, al confine con il comune di Guspini, potrebbe nascere un nuovo parco termodinamico: il Ministero dell’ Ambiente sta per dare parere favorevole alla costruzione dello stesso.

Dopo Flumini Mannu, quindi, anche “Gonnosfanadiga” sembra seguirà lo stesso destino e, con la conclusione dell’iter procedurale previsto per la Valutazione d’Impatto Ambientale, si affiderà l’ultima parola alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Iniziata con cinque impianti diversamente ubicati nei territori di Giave Cossoine, Bonorva, Vallermosa, Decimoputzu-Villasor e Guspini-Gonnosfanadiga-Villacidro – sostengono i Sardi – la storia del Termodinamico solare in sardegna ad oggi non trova la sua corretta conclusione, rimangono infatti a tener campo i due impianti gemelli della “Energo Green Renewables srl”, ciascuno di 55Mw di potenza, passati nel 2014 a V.I.A. nazionale e l’impianto della “San Quirico Solar Power srl” da 10 Mw sotto V.I.A. regionale.”

E’ stata sempre forte l’avversità dei Sardi nei confronti di questi impianti, così come quella di tutti coloro che, per legge, si sono pronunciati in altre occasioni. Per i due impianti della Flumini Mannu Ltd e della Gonnosfanadiga Ltd, i servizi tecnici della Regione Sardegna hanno più volte dichiarato l’incompatibilità del progetto e l’inadeguatezza degli elaborati, Mentre il Consiglio Regionale ha reso esplicita la sua contrarietà con apposita delibera. Anche il Ministero dei Beni culturali, i Comuni, le Associazioni Ambientaliste, le Associazioni di Categoria, convinti di quanto insostenibili fossero e siano quei progetti, hanno dichiarato la loro contrarietà che, a quanto pare, sembra destinata a restare lettera morta.

(D.G. 26.03.17)