
di Monika Crha
Sono trascorsi quasi due giorni da quando Samantha Cristoforetti ha lasciato questo pianeta e in 8 minuti e 48 secondi è uscita dall’atmosfera a bordo della Sojuz TMA-15M. E’ partita insieme agli astronauti Terry Virts (NASA) e Anton Shkaplerov (Agenzia Spaziale Russa). Il lancio dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan è stato emozionante hanno detto, ma a noi questo privilegio, del poterlo vedere, non è stato concesso.
Mentre altre reti nel mondo seguivano l’evento storico-scientifico, le prime reti nazionali italiane se ne fregavano di Samantha che va nello spazio mandando in onda Un mondo nuovo (film) su Rai1, NCIS (replica) su Rai2, Report su Rai3. E catturavano l’inebetita attenzione degli spettatori con la solita sbobba. E meno male che la Rai si gasa dicendo di fare informazione. Solo Rai News 24 (con dei commentatori che chiamare improvvisati è un complimento) si collega per la diretta e dieci minuti dopo il lancio parla di calcio.
Samantha Cristoforetti lascia un messaggio prima di partire, nel quale scrive “mi dispiace sono fuori dal pianeta per un po’” un messaggio scritto a ragione, perché nello spazio ci starà sei mesi. Il suo curriculum vitae di trentasettenne è strabiliante e come dicono tutti l’ha portata a realizzare il suo sogno. Meritatissimo. Parla quattro lingue correttamente, ed è una pilota eccellente e un eccellente ingegnere. Ma soprattutto, dopo molti e molti esami Samantha è stata selezionata fra 9000 candidati.
Arrivata a destinazione, sulla Stazione Spaziale Internazionale, che da 15 anni è in orbita a 400 Km dalla Terra, i residenti Barry E. Wilmore (Nasa), Aleksandr Samokutyayev ed Elena Serova la abbracciano e offrono a lei e agli altri due astronauti una buona cena con cibi volanti. Ci sono tanti sorrisi tra loro, la felicità pura. Ci sono le icone e le telefonate con i parenti, dalla terra.
Ma la questio è: come mai la sua missione non ha trovato spazio nei palinsesti della Rai? Costava troppo fare un collegamento? Non era abbastanza interessante? Se il popolo resta nell’ignoranza e non partecipa a eventi epocali e storici magari non si commuove e non prova sentimenti. Perché i sentimenti si sa, portano al pensare. E pensare non va bene.
Il carico emotivo, se così si può definire, l’ha dato il TG4 giorni fa a proposito della sonda sulla cometa, quando in un servizio televisivo ha detto che “la sonda Philae vìola la nostra pura immagine natalizia di una cometa, trapanandola senza pietà”. Fate vobis. Ma sì attacchiamoci alla religione, ai magi, al Natale con la neve e la Coca-Cola.
Sdraiati, eterni malati e sfigati. Perché non ci è concesso di uscire con Samantha da questo pianeta, da questo Paese, per almeno sei mesi. Lei ci vorrebbe portare tutti lassù. Per farci vedere la prima alba, per aprire queste nostre scatole craniche e ficcarci dentro qualcosa di indimenticabile.
Samantha non è andata lassù solo per realizzare il suo sogno, ci è andata per studiare meccanismi di adattamento senso-motorio alla condizione prolungata di assenza di gravità, per indagare le nuove strategie e i nuovi criteri di pianificazione ed esecuzione del movimento indotti dall’ambiente microgravitazionale, protocolli MOVE SB (MOVE Short and Blind), SHRINK (Space Height Reference In Non-gravitational Kinetics), movimenti di lancio e recupero di una palla virtuale.
Quello che Samantha e i suoi colleghi ci restituiranno è maggiore conoscenza dei meccanismi di apprendimento in diverse condizioni di gravità. Un elemento fondamentale per interpretare comportamenti neuro-patologici e capire come la mente umana si adatti alle caratteristiche ambientali nella programmazione delle strategie motorie. Un nuovo traguardo della medicina e della scienza, a beneficio nostro.
Ma la domanda alla fine è: servirà anche a quelli che fanno i palinsesti della RAI?
M.C. 28.11.14