Ripartono all’alba i lavori TAP. False le promesse di stop

Di fatto contro i Sindaci tutori del territorio ci si è messo il governo con il corollario della sua violenza gratuita, tant'è "in nome del popolo italiano vi ordino di sgomberare" il mantra poliziesco che eccheggia ora anche in Salento

Di Valsusa Report

Arroganti e noncuranti della volontà della popolazione salentina, sono ripartiti i lavori per la costruzione del gasdotto trans adriatico “TAP” (Trans-Adriatic PipelineTap). I lavori erano stati sospesi giovedì e sarebbero ripresi la prossima settimana, ma così non è stato. Nessuna attesa, bensì il solito bluff dello Stato, manifestatosi all’alba quando, uno spiegamento da guerra delle forze armate in divisa antisommossa, ha preso possesso di tutte le vie del paese di Melendugno.

Gli attivisti ai quali è stato attribuito lo scoppio di bombe carta, nella notte si sono precipitati in massa, ora è tutta la provincia a riversarsi in zona San Foca. Incurante di soluzioni meno drastiche per il territorio, il “mix” che gestisce e governa il paese, non ha pensato di prendere in considerazione il possibile spostamento del percorso del gasdotto: basterebbero, infatti, appena 50 km di distanza dal sito previsto, per trovare zone che offrirebbero condizioni meno impattanti ma soprattutto, l’infrastruttra petrolifera troverebbe certamente condizioni più accoglienti da parte dell’amministrazione pubblica e del paese tutto.

Qui un’intervista di Radio No Tav che spiega l’evolvere del cantiere: in questi giorni la resistenza ai primi lavori per la realizzazione dell’oleodotto transadriatico TAP. Mentre la mano delle forze dell’ordine chiarisce cosa significa “garantire la legalità”, il variegato movimento no tap ha allestito un presidio permanente, per impedire l’espianto degli ulivi previo ai lavori di scavo.

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Le analogie fra i lavori per il TAP nel Salento e quelli per il TAV in Valsusa, sono sotto gli occhi di tutti. Gli abitanti vedono lo stesso modus operandi delle forze in divisa antisommossa, di notte in sproporzione, manganellano e calpestano persone inermi, donne ed anche digiunanti: un popolo pacifico, volutamente fatto apparire, dai soliti, come violento. Anche i sindaci della valle si sono espressi in un comunicato di solidarietà.

I Sindaci dell’Unione Montana Valle Susa dalla lettura dei quotidiani sui fatti del Salento rilevano preoccupanti analogie con le vicende che hanno coinvolto il loro territorio. Troppo spesso gli Amministratori locali e i cittadini non vengono ascoltati e coinvolti nelle decisioni che li riguardano. Le grandi opere giungono senza un confronto profondo e sincero, spesso spinte dalle necessità economiche, con il mito del lavoro e dello sviluppo, più che da comprovate necessità. Non possiamo che rinnovare i nostri appelli per un paese migliore, che guardi alle opere utili e necessarie, piccole e concrete, partendo dalla messa in sicurezza del territorio. Un paese che sappia valorizzare e proteggere le sue ricchezze, il patrimonio naturale, storico, guardando al turismo e alla sostenibilità come nuova frontiera dell’economia e della politica. Per queste ragioni esprimiamo comprensione e un ideale abbraccio ai nostri colleghi del Sud che difendono la loro terra e cercano di ridurre la distanza tra la gente e le Istituzioni.

Unione Montana Valle di Susa

il presidente Sandro Plano

E, ovviamente, arriva la risposta via Twitter dei professionisti al sostegno all’opera, politici già noti alla valle “ogni giorno che passa i No Tap assomigliano drammaticamente ai No Tav, un grazie alle nostre FF.OO.”. Due risvolti drammatici del popolo di questa nazione, chi pensa ai denari derivanti dai lavori con le Grandi Opere, da una parte e chi, dall’altra, pensa che una terra sana e che un ulivo basti a crescere le proprie famiglie: gli uni contro gli altri, chi sogna il Ferrari e chi una Panda e poi c’è anche chi non ha soldi per curarsi.

Di fatto, contro i Sindaci tutori del territorio ci si è messo il Governo con il corollario della sua violenza gratuita: magari un giorno, a lavori finiti, in Valsusa si scoprirà che il cantiere era illegale. Ma tanto: “in nome del popolo italiano, vi ordino di sgomberare!” questo il mantra poliziesco che eccheggia ora anche nel Salento.

V.R.