
di Valsusa Report
Tassa sul parassitismo dell’anno 2015. Di seguito il testo di legge proposto ed approvato dal “Il piccolo padre”, soprannome del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, si legge “lo scopo del provvedimento legislativo è quello di stimolare i cittadini abili al lavoro a svolgere l’attività lavorativa onde assicurare la realizzazione da parte loro dell’obbligo costituzionale di partecipare al finanziamento della spesa pubblica”.
Il Decreto Presidenziale o “tassa sul parassitismo” obbliga tutti i cittadini bielorussi, ma anche gli stranieri con la residenza permanente in Bielorussia e apolidi “a versare allo stato in pagamento unico una tantum 20 mensilità di minimo sindacale (unità di calcolo bielorussa) equivalente a 223 euro. Sono esonerati dal pagamento lavoratori stagionali (che lavorano meno di 183 giorni l’anno) e anche i possessori della Partita Iva. L’esonero riguarda anche cittadini al di sotto dei 18 anni d’età, invalidi, donne al raggiungimento di 55 anni e uomini al raggiungimento di 60 anni. Le casalinghe, saranno classificate come parassite. Il versamento per l’anno in corso dovrà essere effettuato entro il 15 novembre dell’anno successivo. L’Agenzia delle entrate bielorussa spedirà le raccomandate con l’avviso di pagamento e l’indicazione della cifra da versare”.
Gli evasori dovranno pagare una multa salata e rischiano perfino l’arresto con l’obbligo di svolgere lavori socialmente utili. Questo obbliga chi non lavora per oltre sei mesi all’anno a versare al fisco circa 230 Euro per la copertura di spese mediche e sociali, in uno stato dove il salario medio mensile si aggira attorno ai 450 Euro.
Da febbraio 2017, la gente ha iniziato a scendere in piazza per protestare contro la cosiddetta “tassa sul parassitismo”. Lukashenko ha congelato il progetto, ma quando il dissenso ha continuato a dilagare è iniziata la repressione. Le forze in divisa sono intervenute al momento in cui i manifestanti tentavano di riunirsi su Kastryčnickaja Square una delle piazze più importanti della capitale bielorussa Minsk. Hanno effettuato arresti e picchiato dimostranti, poi caricati sui furgoni delle forze in divisa. 400 arresti nell’intera giornata.
Per il Premio Nobel Svetlana Aleksievic in un’intervista su La Repubblica “Non ci sono più soldi. Il regime si reggeva sul denaro russo. Mosca ci ha sovvenzionato per anni con gas e petrolio a basso costo, ma ora non lo fa più. La Russia ora come ora è un Paese in recessione tra crollo del petrolio e sanzioni. Non ha soldi da darci – e continua dicendo che – per un bielorusso è troppo umiliante sentirsi chiamare “parassita”, “scroccone”. Per questo in piazza ci sono più pensionati che giovani. Oggigiorno le fabbriche sono ferme o operano due/tre giorni a settimana. Molti vengono licenziati e chi lavora ha salari bassissimi. Molte famiglie sono rimaste senza niente e in più si sentono chiamare parassiti. Una madre di due figli, a cui l’ex marito non paga gli alimenti, è stata processata perché non riusciva a estinguere i debiti. L’immagine di lei che piange in aula è il simbolo della situazione odierna”.
V.R. 27.3.17