Report di viaggio in Palestina. A Villarfocchiardo hanno parlato i cinque partecipanti No Tav

Gabriella_31_no tav Villarfocchiardo Palestina 23 11 2013 003“I civili di Gaza hanno a disposizione tre ore al giorno per cercare di sopravvivere; i soldati israeliani le restanti ventuno per sterminarli” – così ha scritto John Ging, Direttore dell’UNRWA a Gaza parlando della situazione di Israele, dove convivono con enormi problemi israeliani e palestinesi.

E della stessa situazione ha parlato, scritto, pagando con la vita Vittorio Arrigoni, che un giorno ebbe a dire: “Vi confido che il mio ‘restiamo umani’ ha vacillato spesso in questi ultimi giorni, ma resiste. Resiste come l’orgoglio, l’attaccamento alla terra natia, intesa come identità e diritto all’autodeterminazione della popolazione di Gaza. Dai professori universitari alla gente incontrata per strada, medici e infermieri, reporter, pescatori, agricoltori, uomini, donne e adolescenti, quelli che hanno perso tutto, e quelli che non avevano più nulla da perdere, fino all’ultimo fiato in gola, mi esprimono l’inshallah di una vittoria vicina, il sincero convincimento che le loro radici raggiungano profondità tali da non poter essere recise da nessun bulldozer nemico”.

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Video mostra

Una situazione quella degli israeliani e palestinesi assolutamente drammatica, misconosciuta, che vede il perpetuarsi della violenza, determinata dal vivere in una terra contesa, dove i palestinesi debbono ogni giorno fare i conti con coloni e polizia israeliana, palestinesi contenuti oltre un muro devastante, con recinzioni laceranti, mettendo a repentaglio ogni giorno la vita per lavorare, andare a scuola… Un muro la cui costruzione venne iniziata nel 2002 da Israele come sua difesa dal terrorismo: alto otto metri, circondato da fossati larghi tra i sessanta e i cento metri, è lungo 450 chilometri. Il 12% della popolazione palestinese della Cisgiordania vive tra la green line e la barriera. Questo significa che ai palestinesi è necessario il passaggio quotidiano dai checkpoint israeliani per uscire dal proprio villaggio per andare a coltivare i propri campi, perché il muro divide in questo modo il territorio… A questo va aggiunta una nuova situazione che rende la vita ancora più difficile: vi è stata infatti la chiusura delle gallerie che i palestinesi avevano scavato e che permetteva loro di approvvigionarsi di cibo, di far veicolare i propri prodotti, di poter contare su carburanti oltre il muro di contenimento.

Di questa situazione hanno parlato a Villarfocchiardo cinque testimoni del No Tav valsusino: Ausilia Cinato, Elena (Nina) Garberi, Daniele Braid che con Guido Fissore e Virginia Santilli sono stati in Palestina dal 20 settembre al 5 ottobre scorso con l’associazione SCI, Servizio Civile Internazionale.

Un viaggio che li ha segnati profondamente, che ha loro permesso di capire da vicino la vita di quel territorio, ascoltando i testimoni, assistendo in prima persona alle tante difficoltà e pericoli che quotidianamente adulti e bambini debbono affrontare, pagando spesso con la vita, con la distruzione o l’occupazione delle loro case.

“A Hebron la situazione è terribile: la cattiveria, l’odio si toccano con mano… abbiamo visto i lacrimogeni, i proiettili di gomma, ma anche le palle d’acciaio rivestite di gomma che utilizzano come proiettili. Abbiamo anche incontrato le persone che qui operano e che abbiamo conosciuto in Valle, quelle di “Operazione Colomba”. In queste zone 700 coloni sono protetti da 5000 militari. Sparano ai bambini che vanno a scuola… alle persone che vanno a lavorare i campi…  È dal 1948 che i palestinesi resistono, nei campi profughi ci sono ormai diverse generazioni che continuano a ripetere: “Io qui vivo la mia vita, qui chiedo di morire”. È una resistenza non violenta, popolare, con la settimanale manifestazione, il venerdi, per confermare la propria determinazione a resistere. Perché come No Tav abbiamo deciso di partecipare al grosso progetto dell’associazione SCI sulle diverse lotte? Perché vi sono similitudini con quanto accade nella nostra valle. Pure in Palestina, tra l’altro, si lotta da poco anche per un progetto di alta velocità ferroviaria, Tel Aviv-Gerusalemme, che occuperebbe territori palestinesi già molto segnati. Quello che lega ormai tutte le lotte è la difesa del diritto civile e del territorio. In Israele è stata fatta una serie di esperimenti per sedare la popolazione nella sua giusta richiesta dei diritti… Israele è l’esperimento per quanto si vorrebbe ottenere da noi, in Europa e in tutto il mondo. Sono stati quindici giorni molto movimentati, che ci hanno segnato per sempre….” – questi alcuni passaggi colti dai relatori.

Gabriella_31_no tav Villarfocchiardo Palestina 23 11 2013 006Le loro parole si sono mescolate alle immagini che intanto venivano proiettate, si fermavano sulle  fotografie della mostra Sotto il cielo di Palestina, creando una nuova consapevolezza tra i presenti alla serata.

Poi le parole sono divenute letture e poesie di più autori, per Vik, con le giovani Giulia, Veronica ed Elena del LabPol Cubo di Chieri, in cui più brani, scritti anche dallo stesso Arrigoni, hanno suscitato immagini, briciole di vita di un mondo vicino a noi, martoriato ma altrettanto coraggioso.

Gabriella Tittonel

24 novembre 2013