Terroristi, eversori, mafiosi, ora anche razzisti: la disinformazione via stampa sui valsusini tocca picchi paradossali.
Abbiamo appena scritto che sta fallendo la campagna di criminalizzazione dei valsusini da parte dei media locali: comitati popolari e amministratori torneranno insieme il 16 Novembre per la grande manifestazione di Susa. Le cartucce si stanno bagnando e allora ecco la virata della disinformazione sul paradossale, sul grottesco, con le veline della Questura che ispirano i due “creativi” nelle redazioni di Stampa e Repubblica per due articoli “paralleli” a firma DiBlasi (Repubblica) e Numa (Stampa) in cui si inventa di sana pianta una storia di insulti razzisti a “un poliziotto nero” (o abbronzato, stile Obama) da due ragazzi ben noti in Valle per impegno e attività sociale che non hanno bisogno di difendersi in materia di razzismo. Alcuni esempi per togliere ogni dubbio, Stefano S. in tempi non sospetti – e si parla di anni fa – accolse nella sua stanza della scuola in Val d’Aosta un’altro studente di nazionalità Rumena ed uno di etnia Rom, Marco A. è stato educato al rispetto delle persone,con la sua famiglia e gli amici fu tra i promotori dei Mondiali al Contrario che vide al Presidio La Trippa di S.Antonino un gemellaggio con amici venuti dall’Africa.
Ora veniamo ai fatti secondo gli interessati: Il 10 Agosto scorso i due, Stefano S. e Marco A., partecipano alla marcia cosiddetta “degli over 50″ verso il cantiere ove non si registrano incidenti. Al ritorno da Giaglione in auto, alcune ore dopo, i due ragazzi vengono inseguiti da un auto senza identificativi che prima cerca di mandarli fuori strada con un sorpasso azzardato poi li blocca fermandosi davanti. Ne escono due figuri in borghese che non si qualificano, li fanno uscire, li insultano e li malmenano – senza accorgersi di una testimone rimasta in auto – , poi quando la gente rimasta ferma in coda comincia ad avvicinarsi risalgono in macchina e ripartono (uno dice all’altro: “Dai Mimmo andiamo che arriva gente!”).
Il 15 agosto sulla Stampa esce un articolo del Numa che riferisce di una denuncia nei confronti dei due per danneggiamento e rifiuto di mostrare i documenti, denuncia ad oggi mai pervenuta. In compenso, i due ragazzi vengono poi sentiti da un agente di Pg, assistente in Procura della Pm Quaglino, brig. Occhipinti, in merito alla loro querela. Gli Agenti verranno poi identificati come Agenti Digos, abitualmente di servizio agli stadi in funzione antiultras (v. foto) e la targa fotografata andrà a corredare una querela per violenza privata sporta dai ragazzi contro ignoti.
Ed ecco ieri ricomparire l’episodio negli articoli gemelli con la novità degli insulti razzisti e la notizia via stampa di un procedimento della Procura per oltraggio a Pu con l’aggravante dei motivi razziali. Ora, al di là dell’ennesimo evidente atto di disinformazione a mezzo stampa da parte dei due cronisti viene anche da chiedersi come mai fossero al corrente di un procedimento prima che lo fossero gli indagati (soffiata della Questura o fuga di notizie dalla Procura?) ma in merito alla vicenda sorge il sospetto che, alla presenza di una querela documentata dei ragazzi, si voglia con questa nuova storia andare in soccorso dei due agenti che avevano fermato i ragazzi e fatto un rapporto a cui però non era seguita una denuncia (probabilmente perchè non c’era niente da denunciare). Insomma, un aiutino ai due digos da parte dei loro amici in redazione.
“Sarebbe troppo facile pensare che sia cosi” direbbe lo stesso Numa, il colmo si tocca con l’invenzione totale del dialogo “con gli insulti” mentre l’aspetto comico viene fornito da una dichiarazione in twitter di Raffaele Bianco, conosciuto esclusivamente come portaborse del sen. Esposito, che si butta a pesce sul boccone e dichiara: “Una volta i no tav hanno insultato anche me dicendomi Napuli…”. Una vera vittima del terrorismo.
C’è poco da stupirsi che l’informazione anti-notav, quella esagerata, quotidiana, becera, tocchi vette cosi alte. Rimane di fatto appannaggio di un piccolissimo nucleo di “addetti ai lavori” nelle due redazioni torinesi: il Numa, recentemente denunciato dall’Anpi come neofascista per la sua opera di denigrazione della Resistenza, e la sua amica DiBlasi (anche lei di estrema destra?), quella che in quello stesso 10 Agosto si infiltra tra gli “over 50” senza qualificarsi da giornalista per fare foto dei singoli dimostranti salvo poi offendersi e querelare se la allontanano a male parole. Una bella coppia, un piccolo nucleo di disinformazione che, evidentemente con l’approvazione dei rispettivi direttori, porta avanti una guerra personale ai valsusini avvalendosi dei mezzi potenti loro messi a disposizione, e dei loro rapporti privilegiati con Digos e Questura. Strumenti della lobby del Tav, dei loro editori, ma anche personaggi coinvolti visceralmente per imperscrutabili ragioni caratteriali o politiche.