
di Redazione.
Poca chiarezza nella fusione annunciata tra i consorzi Covar – Cidiu per la gestione dei rifiuti. Questione che si trascina da qualche anno con il tentativo di creare un’unico gigantesco soggetto per la gestione dei rifiuti nell’area torinese. Promesse di maggior efficienza, diminuzione dei costi a carico dei contribuenti, economie di scala. Il solito ritornello insomma.
Più prosaicamente molti sono i dubbi sollevati sull’operazione. Intanto la creazione di un soggetto dominante non è mai positiva per il libero mercato (o quel che ne resta in Italia). La creazione di un’unica società metropolitana di raccolta rifiuti (Newco), della quale il 49% è destinato a essere immesso sul mercato alla ricerca di un partner privato. Come da buona tradizione nel mantenere alto il principio del conflitto di interessi, questa quota potrebbe finire nelle mani di IREN che gestisce l’inceneritore del Gerbido.
Quale interesse potrebbe avere IREN a favorire la raccolta differenziata quando il suo attuale interesse primario è far soldi con l’inceneritore? Le due attività non sono compatibili. In consiglio Regionale il M5S (prima firmataria Francesca Frediani) ha posto un’interrogazione sulla vicenda chiedendo chiarimenti all’assessore regionale del lavoro per conoscere il numero dei lavoratori che verranno trasferiti nella società unica, se manterranno le stesse mansioni oggi ricoperte e se saranno previsti degli esuberi. Il gruppo cinque stelle denuncia il palese conflitto di interesse qualora il 49% della nuova società fosse affidato a IREN.
Rincarano la dose i consiglieri della Città Metropolitana Dimitri De Vita e Marco Marocco i quali denunciano che i Consorzi e le Autorità d’ambito continuano a ridisegnare il sistema di gestione dei rifiuti nel torinese decidendo a chi affidare la gestione, nonostante la legge le abbia abolite. I due consiglieri hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti e si sono rivolti al Prefetto di Torino per richiedere il rispetto della Legge da parte di questi Enti che agiscono in regime di “prorogatio indefinita”.