
Nei giorni scorsi il Noe dei Carabinieri è intervenuto a Sezzadio per sequestrare una cava gestita dalla ditta Bioinerti in cui è stato ritrovato da parte dell’Arpa un grande quantitativo di amianto. L’indagine pare essersi sviluppata come filone dell’inchiesta “triangolo” per traffico illecito di rifiuti che nei mesi scorsi ha portato ad arresti, sequestri ed interdittive nella provincia di Alessandria. Pochi giorni dopo quei fatti avevamo approfondito la questione con un articolo pubblicato su questo sito e il Movimento No Tav – Terzo Valico aveva tenuto una conferenza stampa a Tortona in cui aveva denunciato pubblicamente il legame strettissimo fra le ditte coinvolte nell’inchiesta e il Terzo Valico. Adesso siamo davanti a qualcosa di ancora più grande e per capirlo basta seguire il nostro semplice ragionamento.
La ditta Bioinerti a cui è stata sequestrata la cava è una controllata della Allara Spa come si può facilmente apprendere attraverso la consultazione del loro sito. Un’azienda “leader” nel settore dell’estrazione e lavorazione di ghiaie e sabbie, movimento terra, produzione calcestruzzi e conglomerati, esecuzione di opere edili.
Dove poteva lavorare una ditta con questo curriculum?
Ovviamente all’interno dei cantieri del Terzo Valico e sono parecchi mesi che i camion della Allara entrano, scaricano ed escono dai cantiere di Radimero ad Arquata e dalla cava di Libarna, oltre ad essersi occupati di scaricare terra per l’allargamento della strada per Radimero e per altre opere viarie propedeutiche ai cantieri della nuova linea ferroviaria.
E’ lecito domandarsi cosa abbiano scaricato quei camion che sono gli stessi che hanno riempito illegalmente di amianto la cava recentemente sequestrata a Sezzadio?
Secondo noi sì e visto che siamo parecchio stanchi abbiamo intenzione di andare a fondo a questa vicenda. Chiediamo un intervento immediato delle autorità competenti affinché sequestrino i cantieri dove ha scaricato per mesi la ditta Allara Spa e si proceda al controllo (e alla bonifica) delle aree dove con ogni probabilità potrebbe essere ritrovato amianto (e chissà quali altri veleni).
Chiediamo al Sindaco di Arquata Paolo Spineto e a quello di Serravalle Alberto Carbone di intervenire in quanto responsabili della salute dei cittadini e li informiamo che abbiamo già dato mandato ai nostri legali di agire contro di loro nel caso non decidano di prendere provvedimenti nei prossimi giorni. Parallelamente a questo l’ennesimo esposto verrà inviato nelle prossime ore alla Procura della Repubblica di Alessandria, ad Arpa, Asl e al Noe dei Carabinieri.
Ognuno faccia la sua parte, di certo il movimento come sempre farà la sua per fermare questo scempio.
P.S: all’interno della cava di Libarna ha scaricato anche la ditta Htr finita nello scandalo della gestione amianto al cantiere del Terzo Valico di Cravasco e ha lavorato la Lande finita nell’inchiesta “Medea” insieme ad esponenti del Clan camorristico dei Casalesi.
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