
di Valsusa Report
Presentata ieri una mozione dalla prima firmataria Stefania Batzella sul punto nascite di Susa. Una chiusura inevitabile per l’incastro dei

numeri nascite inferiori al tetto minimo voluto dalla Regione Piemonte, che non ha mancato anche di far gestire l’ospedale da remoto ad un membro del partito di maggioranza; si sussurrava nei corridoi “consigliamo di andare all’ospedale di Rivoli per un parto più sereno”. Smentita ufficialmente l’affermazione, diventa una polemica che non riesce a trovare soluzione.
Ci vogliono mettere una pezza il Movimento 5 Stelle con la Consigliera in minoranza Stefania Batzella “Trasformare i punti nascite soppressi, e quelli prossimi alla chiusura, in centri specializzati per il parto naturale.” questa la proposta presentata ieri 3 marzo in aula del Consiglio Regionale durante la discussione “invece che penalizzare gli ospedali di montagna, bisogna venire incontro alle richieste” ci dice al telefono la pentastellata, “in Trentino Alto Adige, a Vipiteno, c’è una Casa da Parto che da alla luce neonati con il metodo delle nascite da parto naturale fisiologico. I centri specializzati determinano vantaggi non indifferenti come la riduzione dei parti cesarei, la bassa incidenza di lesioni perineali e potrebbero diventare un punto di riferimento per le partorienti dell’intera regione.”
Si pensi che la riforma della rete ospedaliera piemontese ha già colpito Carmagnola, Cuorgnè, Acquiterme e appunto i prossimi saranno Susa e Domodossola. Una speranza appunto che sembra essere stata raccolta dall’Assessore Saitta chiedendo il ritiro della mozione per una più ampia discussione in Commissione Sanità. “Un sospiro di sollievo dato che tutte le mie prime interpellanze e mozioni sulla sanità piemontese sono sempre state bocciate” dice la Batzella.
Ora come sempre bisognerà aspettare se da parte del consiglio sia solo un prendere tempo e arginare un contropiede, o se realmente questa maggioranza abbia, come dichiarato altre volte, a cuore la sanità anche nelle vallate o nei centri distanti dai grossi aglomerati. Certo è che i conti per le persone lontane diventano improponibili in un momento di crisi e di rialzo dei prezzi anche solo dei carburanti, spese non più sostenibili se si pensa che per andare a Rivoli anche solo da Susa ci sono 82 km tra andata e ritorno.
V.R. 3.3.15