Proiezione di un film, ma l’ANPI si spacca sul tema di Israele?

“Chi non conosce la verità è sciocco, ma chi pur conoscendola la chiama menzogna è un criminale” la famosa frase di Galileo Galilei cucita sulla presentazione del film

di Valsusa Report

Questo film tenta di spiegare la sofferenza delle vite dei Palestinesi sotto tortura.[..] ed è costruito con immagini delle vere scene di scontri in Palestina, in West Bank; da interviste ai protagonisti di queste scene e da protagonisti della seconda intifada. Il film fa un viaggio dentro la mente dei palestinesi, ma anche un viaggio dentro la mente dell’autrice e a colei al quale è dedicato il film, a G..” la dedica della regista Samantha Comizzoli che ha vissuto diverso tempo in Palestina.

Nel ciclo d’incontri che la Sezione Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia” di Biella, questa sera organizza, vi è anche la visione del film documentario Israele Il Cancro. La proiezione cade così nell’ostruzione prima di vedersi negata la sala già precedentemente autorizzata dalla Provincia di Biella nell’Istituto scolastico Quintino Sella e poi l’ANPI nazionale e l’ANPI Provinciale hanno diffidato la sezione dall’utilizzare il logo ANPI per questo evento.

A monte di tutto questo le pressioni esercitate dalla comunità ebraica [QUI la lettera della presidente delle Unioni Ebraiche] e dall’ambasciata israeliana, hanno fatto da cassa di risonanza tale che la pagina Facebook della sezione biellese è stata colpita da insulti. In data di ieri giunge il comunicato dalla sede nazionale dell’ANPI, qui di seguito “La Segreteria Nazionale ANPI, visto che gli inviti rivolti ad attenersi alla linea nazionale, formulati attraverso la Presidenza del Comitato provinciale di Biella, non hanno avuto esito, intima alla Sezione di Valle Elvo e Serra di eliminare il logo dell’ANPI dalla proiezione di un film che reca un titolo in netto contrasto con la linea seguita dalla nostra Associazione e più volte ribadita; precisa inoltre che l’inadempienza a questa intimazione renderebbe abusivo l’utilizzo del logo ANPI e configurerebbe un atto passibile di sanzione disciplinare, sì da richiedere l’assegnazione della pratica alla Commissione di Garanzia Nazionale che provvederà alla istruttoria e alla formulazione di proposte al Comitato Nazionale, unico competente, per Statuto, a comminare sanzioni disciplinari”.

Dunque una netta distinzione di vedute o di interpretazioni dello statuto, la frase all’art.2 lettera a) dice impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo” o alla lettera m) dice dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigianadiventa così uno scontro interno dove la sezione biellese si sente in ordine e proietterà questa sera il film.

Abbiamo visto Israele Il Cancro, forse un titolo provocatorio certo, per esprimere una storia che giornalmente si ripete. Forse un’altra metafora poteva inaridire meno la dirigenza ebraica e l’ANPI. Il vedere la cartina del territorio israelo-palestinese però da l’idea di un avanzare senza sosta dei nuclei dei coloni in terra ancestralmente utilizzata da palestinesi e da qui il titolo e il paragone ad una malattia che porta ad una morte lenta appunto dei palestinesi. Vi è anche una netta distinzione tra ebrei e sionisti, quasi ad evidenziare una corrente ideologica sfuggita al governo di Israele.

Le immagini di un gruppo di persone identificate dal filmato come coloni, che danno fuoco ad un magazzino degli attrezzi per il cantiere che ridarà l’acqua ad un villaggio palestinese, fa restare increduli e basiti. La voce narrante evidenzia anche il fatto precedente, quel villaggio l’acqua ce l’aveva già, gli è stata sottratta con una deviazione delle condutture. Ma fa rabbrividire anche la notizia che un gruppo di soldati, in uniforme ebraica, abbia fatto salire il proprio cane, sull’ambulanza chiamata a soccorrere il fermato con le carni dilaniate dallo stesso cane. Una manifestazione per la libertà di stampa fatta di giornalisti stanchi dell’impedimento a divulgare notizie. Pacifici con cartelli e slogan sgomberata a colpi di flash bomb senza un evidente motivo se non quello della sicurezza.

Insomma, l’adempimento delle attività cosiddette “di sicurezza” dovrebbe avere modi e stili meno violenti, avere degli stop portati dal buon senso e appunto tali da impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo”. Forse la sezione biellese ci ha visto lungo nel creare un’informazione altrimenti censurata, intanto si prenderà una commissione disciplinare dall’ANPI Nazionale e la regista non potrà mai più tornare in quelle zone.

V.R. 10.3.17