Processo per terrorismo. Prime riflessioni

La sentenza della Corte d'Assise, pur non completamente soddisfacente, è un successo della società civile. Ma adesso attenzione alla vendetta.

di Fabrizio Salmoni

Gli sguardi sconcertati dei pm, quelli lividi dei poliziotti mettono di buon umore ma le minacce sibilate dalla soldataglia antisommossa, accorsa in forze stamane all’aula bunker, ai valsusini festanti devono far capire che la situazione è delicata e presenta qualche rischio nel breve termine.

Questa sentenza moderata dà tanti spunti di analisi, anzitutto sui comportamenti delle varie componenti del Potere.

La scoppola (i presenti usavano espressioni un tantino più colorite) inferta dal Tribunale all’ala estremista della Procura, fa pensare che “il regime” costruito da Caselli per servire meglio il partito a cui deve la carriera perseguendo i valsusini stia subendo qualche scossone col nuovo Procuratore Capo. L’allontanamento di Rinaudo e Padalino dal maxiprocesso era probabilmente già indizio di un riposizionamento su una gestione più neutra della giustizia mentre la loro permanenza al processo “per terrorismo” era da qualcuno interpretata come uno scarico di responsabilità sui due soggetti: “Questo l’avete voluto voi, ora sfangatevela…”. Con l’esito odierno, l’equilibrio potrebbe ulteriormente spostarsi con qualche buon risultato anche in Quarta Sezione per il maxiprocesso. padalino e rinaudo

Ma la soddisfazione non dovrebbe eccedere: tre anni e sei mesi rimane una pena troppo alta, perchè le molotov non sono armi da guerra, perchè operai e poliziotti erano fuori portata di lancio, come hanno sostenuto i consulenti della difesa e, in ultimo, perchè Mattia, colpito da altro provvedimento probabilmente resterà in carcere. Che i piedi dunque restino per terra.

Foto a destra: i pm Rinaudo e Padalino

Digos e Reparti Mobili sono il secondo braccio della lobby del Tav. I primi, gestiscono e orientano a piacimento le indagini, come è emerso nel corso del maxiprocesso ai 53 No Tav, che vengono servite calde sul tavolo dei pm secondo le loro direttive; sono anche molto sensibili alle richieste dei politici semplicemente perchè con quelli  hanno rapporti stabili e continui e a loro, in seconda battuta, devono rispondere. I secondi, ammaestrati da dirigenti violenti che tendono addirittura a prevaricare gli ordini (anche questo è emerso nel maxiprocesso), e sobillati da sindacati corporativi e destrorsi (gli stessi che applaudono gli assassini di Aldrovandi chiedono risarcimenti ai No Tav…), hanno introiettato un forte astio nei confronti dei No Tav, in particolare per i cosiddetti “antagonisti”, i No Tav “cattivi” secondo il loro metro, quelli che “tirano le pietre” (anche se le pietre non li colpiscono) e tendono pericolosamente a voler imporre il loro concetto di giustizia. Specie quando pensano di aver subito una “sconfitta” o un qualche torto. Cosi fu il 19 luglio 2013, dopo aver subito un paio di incursioni al cantiere risoltesi senza fermi o feriti, quando aggredirono violentemente un gruppone di dimostranti sulla pista di Giaglione senza lasciare via di scampo se non i boschi o il dirupo (con coda di molestie sessuali a una fermata – come da querela nei giorni seguenti). O come il 10 Maggio scorso quando alcuni reparti tentarono di prendere l’iniziativa, autonomamente dai loro dirigenti, e creare incidenti al grande corteo No Tav (circostanze ufficiosamente smentite ma ci sono testimonianze) .

Quindi, estrema attenzione a una possibile vendetta nelle prossime ore e nell’immediato futuro.

alpini-3-2Riflettendo in proposito su recenti notizie di cronaca politica: se pensasse o conoscesse meglio come vanno le cose, un Casaleggio, novello Pasolini, non direbbe castronerie sui “poveri poliziotti”. Venga in Val Susa a prendersi qualche manganellata per ripensarci. E scusate la digressione.

Foto a destra: truppe alpine in Val Susa

Anche la lobby non è certamente contenta di questa sentenza. Il suo portavoce Esposito e i cronisti arruolati nelle redazioni torinesi hanno puntato per due anni sul concetto di terrorismo, reiterandolo ad ogni occasione e in ogni salsa. Ogni più piccola e inoffensiva azione di protesta, l’ultima ieri al Tgv a Vercelli, è stata trattata nei media come “azione terroristica” o anche solo malignamente accostata nei titoli a fatti più attinenti alla materia per sottolinearne la vicinanza tematica. Non sono riusciti a dividere il Movimento dalla popolazione e adesso avranno meno appigli per continuare sullo stesso tono. Cionondimeno, aspettiamoci che in qualche misura perseverino.

Foto a destra: il sen. Esposito alla notizia della sentenza

stefano esposito

Ma a proposito di finto terrorismo non dimentichiamo che la stessa sollecitudine nell’indagare i valsusini non è MAI stata dedicata a scoprire chi ha mandato al momento giusto la presunta bomba al Numa o chi ha recapitato sullo zerbino di casa Esposito una molotov che da sola non poteva incendiarsi, malgrado il tappeto di telecamere e la scorta sotto casa. Hanno dispiegato la meglio tecnologia, anche forzandola ai loro fini, per individuare i ragazzi del processo e si dimostrano incapaci a risolvere casi apparentemente ben più semplici. Tra tutti, che bella compagnia!

(F.S. 17.12.2014)