Processo per compressoricidio: udienza del 15 ottobre

Apertura del processo per compressoricidio a Torino. Festa dei No Tav in contrasto con una flotta di polizia in tenuta antisommossa.

di Redazione.

Iniziato questa mattina a Torino il processo d’appello della Corte di Assise per i fatti inerenti il danneggiamento di un compressore al cantiere di Chiomonte da parte dei No Tav che hanno attuato una azione di sabotaggio non violento nell’ambito della lotta al Tav.

Presenti i quattro ragazzi che sono arrivati alla spicciolata in quanto sono agli arresti domiciliari (Chiara, Nicolò, Mattia, Claudio), gli avvocati della difesa (Pelazza, Losco, Novaro) e il procuratore generale Maddalena per l’accusa.

Una folla festosa ha accolto i ragazzi al loro ingresso e fuori dal tribunale. Circa 400 persone partecipavano pacificamente con cibo, bevande, musica, balli, all’accoglienza degli attivisti No Tav compagni di lotta.

Impressionante lo schieramento delle forze in divisa con tenuta antisommossa. Già all’esterno venivano controllati gli zaini di ogni persona e all’interno si procedeva con l’identificazione e la perquisizione con metal detector. Gli stessi genitori dei ragazzi hanno subito la perquisizione. Una lunga attesa è stata quindi necessaria per chi voleva entrare nell’aula per assistere al processo.

Il dibattimento è stato velocemente chiuso e rinviato al 30 novembre prossimo per dar modo agli avvocati di prendere visione degli atti dell’altro processo nel quale i restanti tre ragazzi sono coinvolti e dove, anche lì, è caduta l’accusa di terrorismo.

All’uscita il pubblico defluiva lentamente in quanto la polizia ha approfittato per notificare degli avvisi di chiusura indagine ad alcune persone tra cui proprio la compagna di uno degli imputati, intralciando la fuoriuscita della gente. Fatto inusuale in quanto quelle stesse notifiche potevano essere inviate in altri momenti.

In molti hanno notato che lo schieramento delle forze in divisa era spropositato rispetto al tipo di processo (essendo tra l’altro già rigettate le accuse di terrorismo) mentre un trattamento ben diverso è stato riservato al processo “San Michele” inerente la ‘ndrangheta in Valsusa. Processo nel quale le forze in divisa erano pressoché assenti e gli imputati (dichiara chi era presente) potevano tranquillamente parlare con le loro mogli. Incredibilmente la pericolosità dei No Tav, secondo i parametri della Procura di Torino e della Polizia, supera quello degli affiliati alla malavita organizzata.