Procede la devastazione senza regole e senza controlli. Un ennesimo esposto di Pro Natura

pronaturaSi preoccupano molto per i “loro” operai ma quel cantiere non è in sicurezza.

 Già, i lavoratori, per la lobby del Tav e i loro pennivendoli, sono intoccabili ma solo quando fa comodo incensarli per contrapporli a quelli cattivi che protestano. Se poi quegli stessi lavoratori, poliziotti compresi, ci lasciassero la pelle per incidente nel cantiere, li metterebbero nella lista delle vittime sul lavoro e pace. Expendables, spendibili, come tutti noi del resto, sul totem della Torino-Lione e degli interessi di chi degli operai non è mai fregato niente.

Tutto il cantiere – a sentire Pro Natura Piemonte che ha convocato i giornalisti per aggiornare la situazione della sicurezza –  è in pericolo perchè non sono state predisposte difese contro le frane, storicamente frequenti in quel sito, in particolare dalla Roccia Bianca, proprio là sopra dove si vedono a occhio massi incombenti sulla Val Clarea (quota 870-900), come da relazione geologica n. 0102, relazione tecnica e di cantierizzazione. Mario Cavargna, instancabile accusatore dei danni del Tav all’ambiente, e Silvio Durante per conto di Pro Natura e di Lega Ambiente Piemonte hanno illustrato l’ennesima violazione delle procedure da parte di Ltf riguardanti le barriere paramassi, a protezione dell’intera area-cantiere. Cosi non-facendo è stata  saltata a piè pari la fase 2 del progetto per gli scavi (manca sempre quello esecutivo).Il tutto in violazione della specifica prescrizione n. 5 del Cipe.Pro Natura 2Piuttosto che mettere in sicurezza il cantiere, prefetto e forze politiche hanno optato per la difesa nei confronti degli “esterni” (leggi la popolazione) con la costruzione del fortino che tutti conoscono, in tempi ingiustificati rispetto alle esigenze di scavo se non per ordine pubblico, senza badare al rispetto di alcuna norma.

In più, Pro Natura denuncia la devastazione progressiva dell’area: ad oggi sono stati distrutti più di tre ettari di superficie forestale con un totale di 5299 piante abbattute o addirittura sradicate come i castagni storici risalenti agli anni del Trattato di Utrecht che l’ineffabile sindaco Pinard ha voluto celebrare.

Il consigliere di minoranza a Chiomonte Giorgio Guglielmo ha poi commentato le cosiddette compensazioni concordate proprio con Pinard che vorrebbe uno svincolo autostradale proprio dove è stato raffazzonato l’ingresso al cantiere dall’autostrada, anch’esso in spregio alle norme di sicurezza per gli automobilisti: uno svincolo in quel punto sarebbe insensato perchè si innesterebbe direttamente sulla via dell’Avanà  che è assolutamente inadatta a convogliare grandi numeri di traffico sulla SS 24.

Pro Natura1Il quadro che emerge da questa ennesima denuncia, configurata in un esposto a numerosi soggetti per tentare di dribblare gli insabbiamenti, tra cui la Corte dei Conti, l’Arpa e la Procura di Roma (affinchè si sappia che quella di Torino è inaffidabile perchè blocca qualsiasi esposto, individuale e collettivo, dei No Tav), è preoccupante. A detta delle associazioni ambientaliste, si definisce sempre di più un quadro di illegalità generale che vede Ltf fare quel che vuole, protetta da Tar, Procura (ha suscitato stupore che persino la Sezione Lavoro di Guariniello non abbia preso in considerazione i precedenti esposti), prefetto, partiti, e media. Un fronte di Potere compatto che  protegge l’opera con ogni mezzo, arroccato dietro un governo che manda un Ministro a dire che va tutto bene e un altro, poco originale, che promette più truppa d’occupazione. La democrazia in Italia sta cedendo e di questa deriva la Valle di Susa è il punto più critico e più evidente. (F.S. 24.5.2013)