
di Massimo Bonato per _omissis_
Si è svolta questa settimana la cerimonia alle Nazioni Unite per la consegna del Premio Equator, premio internazionale che riconosce le iniziative volte a ridurre la povertà, proteggere l’ambiente e contenere gli effetti dei cambiamenti climatici.
Ventuno sono stati i premi consegnati dall’attore e attivista Alec Baldwin e la moglie Hilaria intervenuti alla cerimonia. Tra i premiati molti paesi latinoamericani. Gruppi indigeni di Colombia, Bolivia, Brasile, Belize e Honduras riceveranno un premio di 10.000 dollari e potranno inviare rappresentanti a un incontro delle comunità, durante il vertice sui cambiamenti climatici che si terrà in dicembre a Parigi.
“I vincitori del Premio Equator sono un piccolo gruppo di progetti e iniziative delle tante che si stanno sviluppando in tutto il mondo” ha detto in conferenza stampa Christiana Figueres, responsabile della Convenzione quadro delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico (Unfccc).
In Colombia, l’organizzazione ha riconosciuto il lavoro della gente Inga per recuperare oltre 22mila ettari di terra occupate per decenni da guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti che hanno provocato nel tempo danni ambientali consistenti. Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), che assegna il premio, ha fatto sapere che 17.500 ettari sono protetti come luogo “sacro”, e Baldwin ha voluto trasmettere le sue “più sincere congratulazioni al popolo Inga” per la sua lotta.
In Bolivia, l’Undp ha premiato la comunità Tacana per la protezione del territorio in una delle aree a maggiore biodiversità del paese, dove vivono 50 specie animali in via di estinzione.
Il Premio Equator ha anche individuato due gruppi in Honduras: l’organizzazione Masta che difende territori indigeni destinati a essere sfruttati dalle compagnie di palma da olio, le compagnie petrolifere e farmaceutiche e i narcotrafficanti; e il Comitato per la Difesa e lo Sviluppo di Flora e Fauna del Golfo di Fonseca per la protezione degli ecosistemi marini.
In Brasile, il riconoscimento è andato all’Istituto Raoni, un’organizzazione fondata dalla tribù Kayapo che ha protetto 2,5 milioni di ettari di foresta, e al movimento Ipereg Ayu del popolo Munduruku che ha fermato la costruzione di una diga che avrebbe sommerso i loro territori. In Belize, è stata insignita l’alleanza dei leader Maya per il loro impegno nella salvaguardia dell’ambiente mentre in Guyana l’organizzazione indigena è stata premiata contro la deforestazione.
“Questi premiati dimostrano che cosa diventi possibile quando i popoli indigeni e le comunità locali vengano sostenute con il diritto nella gestione delle loro terre, dei territori e delle risorse naturali” ha dichiarato Helen Clark, responsabile dell’Undp.
Il Premio Equator è andato a iniziative individuate anche in paesi come la Cina, l’Afghanistan – per il quale il premio è andato a un’organizzazione impegnata a ripristinare le aree colpite dal conflitto −, la Repubblica Democratica del Congo – in cui opera un movimento per i diritti dei pigmei − o in Indonesia, dove sono stati premiati attivisti che stanno salvando le tartarughe di mare.