
Lambrusco e gnocco fritto cucinati dai compagni emiliani che a un anno dal sisma sono venuti in valle per contraccambiare con le loro specialità gli aiuti che i No Tav valsusini hanno portato nei loro territori nei momenti di crisi.
Un’occasione per ribadire come lo Stato continui a mentire sulla ricostruzione e per raccogliere le firme finalizzate a denunciare come stanno davvero le cose e proporre come sbloccare e destinare i fondi.
Clima festoso e giornata soleggiata hanno accompagnato un centinaio di persone alle reti dove si è proceduto all’usuale battitura, un suono di protesta che contraddistingue la lotta contro il cantiere.
Immediata la reazione dei “gladiatori dell’ordine”, sfaccendati e numerosi se non fosse per noi che con la nostra presenza movimentiamo le loro giornate!
Indossati i caschi ed afferrati scudi e manganelli, i prodi si sono raggruppati ai cancelli minacciando di uscire dal recinto… Muuuuuuuuu!
A nulla è servito mostrar loro le immagini fotografiche della mostra itinerante, portata dai ragazzi di Reggio per spiegare come vengano mal spesi i soldi pubblici ed abbandonate le aree da ricostruire.
I volti pacifici di donne e bambini hanno continuato ad avere come contrappunto quelli astiosi o superficiali delle truppe prezzolate, poco inclini all’impegno sociale e all’atteggiamento critico.
La Valle ferita ha fatto da sfondo ad una giornata di lotta civile in cui lo scempio degli alberi secolari grida vendetta.
Come sempre si è partiti e tornati insieme dandosi appuntamento a domani…
E un, e dui, e tre… A SARÀ DURA!!!!
Emilia 26.05.13