
Adelmo, figlio di Aldo Cervi, ha voluto esserci lo scorso fine settimana sul sentiero della resistenza valsusina, quello della Clarea, dove un territorio bellissimo, prezioso, sta morendo centimetro dopo centimetro, sacrificato sull’altare di quell’idea stupida di modernità che sta ricoprendo di cemento e morte l’antica valletta dove un tempo crescevano castagni centenari e si gonfiavano di nettare filari e filari di grappoli di uva. Adelmo della resistenza ha conosciuto l’assenza del padre, a soli tre mesi di vita, a lui la ricerca di un mondo migliore e più umano è costata l’assenza disperante di un affetto, unico, di braccia forti dove rifugiarsi nei suoi primi dolori di bambino, di consigli nell’età della crescita.
E con Adelmo sul sentiero hanno camminato in tanti, fra questi i genitori, i parenti e gli amici dei ragazzi carcerati in nome di una resistenza diversa, quella verso un’opera inutile, portatrice di debiti pesanti per un’economia ormai allo sfascio e generosa dispensatrice di malattie future. Ragazzi diventati preziosi sul piano degli affetti e ragazzi per i quali in questi giorni si stanno riaprendo i dibattimenti in tribunale, dove si stanno susseguendo testimonianze, che andrebbero da molti di più ascoltate, vagliate.
Un passo dietro l’altro il bosco attraversato ha mostrato i suoi primi colori autunnali, segno di un trascorrere del tempo che per alcuni rappresenta già mesi e mesi di detenzione, di assenza di normalità. E per altri, per le loro famiglie, un gravoso supplemento di fatica quotidiana, di ansie, di notti insonni, passate a pensare, a cercare soluzioni…
Libero dissenso… Bianche e rosse le bandiere hanno sventolato nell’aria serena, hanno narrato di un desiderio divenuto concreto di creare legami di aiuto e solidarietà…
Al cammino verso il cantiere del tav è poi seguito l’incontro conviviale, al presidio di Susa, dove non è mancata neppure la musica, quella del violino accarezzato dalla violinista Margherita. Tutto ciò per creare una parentesi serena prima dei prossimi giorni nuovamente impegnativi. Per provare a creare un modello diverso di vivere comune, fatto di condivisione, di dialogo.
G.T. 16.09.14