
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gentile direttore,
vorrei portare alla sua attenzione e a quella dei lettori, un episodio che si è verificato presso l’ospedale di Susa in seguito alla mia presenza all’ interno della struttura.
Mercoledì 1 giugno, a metà mattinata, mi sono recata all’ ospedale di Susa per effettuare un sopralluogo in occasione dell’ entrata in funzione del nuovo servizio ambulatoriale legato al progetto PAPT ( Percorso assistenziale pediatra territoriale) all’ interno del day service infantile di Susa.
Mentre attraversavo il corridoio di ingresso principale ho incontrato e salutato una mia collega, oltre che un’ amica, e con la quale mi sono brevemente intrattenuta.
Dopo questo veloce incontro io ho proseguito il sopralluogo e lei ha continuato le proprie attività lavorative. In seguito ha ricevuto una telefonata da parte di un responsabile della direzione sanitaria del presidio. Chiedeva insistentemente che cosa ci fossimo dette, voleva conoscere il contenuto della nostra conversazione, probabilmente preoccupato dalla mia presenza in ospedale, in virtù del fatto che i miei sopralluoghi generano doverosamente pubbliche denunce di criticità e disservizi ospedalieri.
La dipendente è rimasta scossa dalla telefonata e dalle pressanti domande ricevute dal suo superiore in merito al contenuto della conversazione avvenuta tra me e la collega. La dipendente ha risposto che si era limitata a salutare un’ amica e collega e che non aveva di certo diffuso notizie sulle attività lavorative.
Quanto è avvenuto è a dir poco spiacevole, anche perché può essere una espressione in violazione della necessaria privacy delle conversazioni, poiché penso che ciascuno sia libero di salutare chiunque, anche una collega, che nonostante attualmente svolga un incarico politico, rimane pur sempre un’ ostetrica prestata alla politica e dipendente dell’ Asl To3.
Peraltro, parrebbe che la direzione sanitaria mi abbia cercata anche in altri locali della struttura pubblica per verificare cosa stessi facendo, come da informazioni ricevute da altre persone.
Comprendo che sono scomoda e non certo ben vista dalla direzione generale per le continue battaglie in difesa della sanità pubblica e per la tutela del diritto alla salute, all’assistenza e alla cura da parte del sistema sanitario regionale.
Stefania Batzella conigliere regionale M5S Regione Piemonte