
di Davide Amerio.
A chi conviene la chiusura del punto nascite di Susa? Domanda legittima alla luce dei recenti avvenimenti, e dopo mesi e mesi di schermaglie tra PD/Saitta versus M5S/Batzella per le nota (e a questo punto ufficiale) chiusura del punto nascite di Susa il prossimo (e vicino) 30 novembre.
L’opposizione dei comitati in difesa del punto nascite di Susa, dei cittadini, le manifestazioni, i dibattiti, le proposte in consiglio Regionale da parte del M5S, hanno trovato un muro di gomma da parte del duo Saitta/Chiamparino. Poco importa se l’ospedale di Susa era un centro di eccellenza, smantellato un pezzo alla volta dirottando i parti a Rivoli con qualsiasi scusa (e ne sono testimoni centinaia di mamme). Poco importa se già una donna ha partorito in autostrada ricordando che nell’ambito della salute (di grandi e piccini) il fattore “tempo” è un elemento di rischio determinante tra la vita e la morte.
Poco importa che in “una zona disagiata” come può essere una valle lunga e stretta come quella di Susa i servizi dovrebbero essere aumentati e non diminuiti secondo una logica razionale di buon senso perché la vita o la morte si gioca a volte sui tempi di trasporto di un malato/ferito gravemente o donna incinta/partoriente (come possono ben spiegare gli operatori del 118).
Poco importa al duo Saitta/Chiamparino; la vita in gioco è quella degli altri. Ancora meno ha peso il fatto che il governo nazionale (dello stesso colore politico) abbia previsto delle deroghe per le chiusure dei punti nascite in favore delle zone disagiate. Una possibilità già segnalata dal M5S nelle aule per parlamento regionale e ignorata dalla maggioranza. Oggi nuovamente riproposta e nuovamente ignorata. Di fronte alla sollecitazione della consigliera Batzella per formulare richiesta al ministero per ottenere la deroga in quanto Susa è “zona disagiata”, Saitta ha risposto picche.
A pensar male si commette peccato. E noi siamo dei peccatori convinti. Si noti la sequenza degli eventi: Saitta prima dichiara che il punto nascite chiuderà nel 2016 perché l’Ospedale “non è sicuro”; di fronte alle contestazioni razionali (se una cosa non è sicura la chiudi subito e non dopo un anno), Saitta decide la chiusura immediata del punto nascite. Nel frattempo tutti sapevano (maggioranza e opposizione) che c’era una possibilità di deroga da parte del ministero; possibilità evidenziata a luglio ma ignorata dal governo regionale. La nuova richiesta del M5S di chiedere la deroga viene rigettata da Saitta. Contemporaneamente Plano, durante la recente seduta comunale, annuncia l’intenzione dei sindaci di chiedere alla regione di sfruttare la possibilità della deroga. Cosa farà ora Saitta? Rifiuterà o accetterà?
In ogni caso l’assessore si è infilato in un bel “cul de sac” che lo costringerà o a ignorare un sindaco della sua stessa maggioranza negando chiaramente una possibilità alla cittadinanza di Susa (e pure la Stampa di Torino ha titolato in merito), oppure accetterà (dimostrando che la richiesta è stata bocciata solo perché presentata dai cinque stelle). In ogni caso il governo regionale ne esce in modo pessimo.
Ancora ci tocca assistere a una politica gestita sulla pelle dei cittadini, fuori da ogni logica razionale. A noi rimane un dubbio: a chi conviene la chiusura del punto nascite di Susa e i continui piccoli smantellamenti di un ottimo ospedale? Cui Prodest?
Ricordiamo a tutti che domenica 29 novembre si terrà la manifestazione a Susa in favore dell’ospedale. Sarebbe il caso di partecipare.
(D.A. 26.11.15)