Obama gli Stati Uniti e la responsabilità dell’inquinamento mondiale

Barack Obama, in occasione della Giornata della Terra, torna sull’Accordo di Parigi, l’inquinamento, il cambiamento climatico: «dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi».

di Massimo Bonato per _Omissis_.

Barack Obama, in visita in Inghilterra in questi giorni, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono la seconda più grande causa di inquinamento del mondo.

In una mail inviata alla mailing list della Casa Bianca e pubblicata sul sito governativo, il presidente degli Stati Uniti scrive: «È importante perché l’impatto del cambiamento climatico è reale».

«Come seconda più importante causa di inquinamento climatico, l’America ha la responsabilità di agire. La posta in gioco è enorme: il nostro pianeta, i nostri figli, il nostro futuro» ha detto Obama, aggiungendo «L’America sta guidando la lotta contro il cambiamento climatico».

L’accordo globale sul clima sottoscritto in dicembre, ha chiamato anche gli Stati Uniti a unirsi alle altre nazioni per tenere sotto controllo l’effetto serra prodotto principalmente dalle emissioni di carbonio prodotte dall’uso comune e dalle economie.

Oltre agli Stati Uniti, altre 175 nazioni hanno firmato l’accordo giovedì, compresa la Repubblica popolare cinese, la Repubblica socialista del Vietnam, Afghanistan, Russia, Pakistan, Libia, la  Repubblica islamica dell’Iran, Cuba, il Regno Unito e «ciò che le Nazioni Unite chiamano Stato della Palestina».

Questo è l’intero testo scritto dal presidente degli Stai Uniti Barack Obama:

Oggi è la Giornata della Terra, l’ultima che celebrerò come Presidente. Guardando al passato di questi ultimi sette anni, la speranza che il lavoro fatto permetterà alle nostre figlie e ai nostri bambini di ricevere in eredità un pianeta più pulito, più salubre e più sicuro. Ma so che rimane ancora molto lavoro da fare.

Questo perché, oggi, gli Stati Uniti si uniranno alle circa 170 altre nazioni per sottoscrivere l’Accordo di Parigi, un accordo storico per ridurre emissioni di carbonio nel pianeta.

Quando il Segretario di Stato, John Kerry, si è trovato con gli altri Paesi a sostenere questo accordo, abbiamo avanzato un piano per dare priorità alla salute del nostro pianeta e della nostra gente. E arriveremo in tempi sorprendentemente brevi a rendere esecutivo l’Accordo di Parigi, anni prima di quanto ci si aspettasse.

Questo è importante perché l’impatto del cambiamento climatico è reale. L’estate scorsa ho visitato l’Alaska, e sono rimasto impressionato da come i ghiacciai siano scomparsi. Ho visto come il mare cresca erodendo i litorali inghiottendo piccoli paesi. Ho visto che cosa significhi il cambiamento della temperatura, il permafrost si sta sciogliendo, e la tundra sta bruciando. Così dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

Dal momento che l’America è la seconda più grande causa dell’inquinamento climatico ha la responsabilità di agire. La posta in gioco è enorme: il nostro pianeta, i nostri bambini, il nostro futuro. Non solo qui in America, ma in tutto il mondo. Nessuno è immune.

E questo, perché quando corsi per la carica di Presidente, promisi che avrei lavorato con chiunque ­ ­per combattere questa minaccia. Per questo ho riunito scienziati, imprenditori, aziende e organizzazioni religiose per impostare per la prima volta uno standard di efficienza dei carburanti per auto e camion, realizzando il più grande investimento in energia pulita nella storia degli Stati Uniti e presentando un piano per limitare l’inquinamento da carbonio delle centrali elettriche esistenti. Per questo abbiamo riunito più di 190 nazioni a Parigi, per stabilire un quadro a lungo termine volto a ridurre l’effetto serra e le emissioni che lo producono: è la prima volta che così tanti Paesi si impegnano a realizzare obiettivi a livello nazionale con scopi climatici ambiziosi.

Ora, su questo slancio stiamo costruendo. Quando tutto è detto e fatto, questa firma sarà il più grande evento nella storia delle Nazioni Unite.

Grazie a questo accordo, possiamo essere più sicuri che lasceremo ai nostri figli un pianeta degno della loro promessa.

È per questo che oggi, l’America sta conducendo la lotta contro il cambiamento climatico.

Il presidente Barack Obama