
di Redazione.
Il numero unico per le emergenze (112) che andrà a sostituire il classico intervento sanitario del 118, e che coinvolge ogni chiamata di emergenza in un’unica centrale operativa, è oggetto di critiche per una serie di malfunzionamenti operativi. L’idea è quella di una centrale unica che raccolga le chiamate di emergenza e le distribuisca agli operatori per competenza. Una struttura simile a quella famosa del 911 negli Stati Uniti.
Non poche critiche arrivano da cittadini che lamentano i tempi di attesa e il dover ripetere più volte quanto accaduto all’intervistatore telefonico. In Regione Piemonte, alla Commissione Sanità ci sono stati interventi di alcuni consiglieri in merito ai disagi e problemi nella gestione del numero unico per le emergenze. Alfredo Monaco (Scelta Civica) in un comunicato stampa del 2 settembre segnalava la necessità di riorganizzare il servizio. Dopo le lamentele delle organizzazioni sindacali del corpo dei vigili del fuoco, della polizia di Stato, della polizia stradale e dei diversi operatori sanitari che operano nell’ambito delle emergenze.
Più recentemente il vicepresidente della Commissione Sanità, Davide Bono, ha interpellato la giunta piemontese chiedendo chiarimenti dopo le numerose denunce e segnalazioni. In particolare esisterebbe una attribuzione non corretta dei servizi riguardo il soccorso delle persone disperse.
In merito Bono ha dichiarato in un comunicato stampa:
L’assessore Saitta ha letto una velina scritta dagli uffici, in cui, per quanto riguarda il soccorso delle persone disperse, viene segnalato l’invio “per conoscenza” anche ai Vigili del Fuoco. Peccato che la circolare del Ministero dell’Interno (6249 del 11/5/2016) specifichi chiaramente che è in capo ai VVFF ogni tipo di emergenza richiesta dalla cittadinanza. Perché invece si ricorre sempre più spesso ai servizi del Soccorso Alpino, un soggetto privato, che paghiamo profumatamente? Infatti al superamento delle ore di volo in convenzione tra Soccorso Alpino e Regione Piemonte è previsto un costo di 3 mila euro per ogni ora aggiuntiva.
Su questo aspetto Saitta ha preferito tacere.
Le organizzazioni sindacali degli operatori hanno segnalato alla magistratura queste anomalie.