Non si muore solo di Covid in Italia ma di a-moralità

Nelle ultimi giorni ho avuto modo di scambiare riflessioni con alcuni/e amici/che e, da ultimo, con un medico durante una piacevole cena: non poteva mancare l’argomento pandemia Covid ma, se approfondisci meglio il tema, ti ritrovi a fare considerazioni sull’intero sistema paese Italia, e ciò che il vissuto di questi due anni ha rappresentato.

di Davide Amerio.

Nelle ultimi giorni ho avuto modo di scambiare riflessioni con alcuni/e amici/che e, da ultimo, con un medico durante una piacevole cena: non poteva mancare l’argomento pandemia (Covid) ma, se approfondisci meglio il tema, ti ritrovi a fare considerazioni sull’intero sistema paese Italia, e ciò che il vissuto di questi due anni ha rappresentato.

Il dottore in questione, appartiene a una famiglia numerosa del Medio Oriente. Hanno conosciuto la persecuzione di una regime religioso intollerante e violento e, alcuni di loro, carcere e torture. Ma non si sono persi d’animo. Fratelli e e sorelle hanno studiato, laureati con ottimi risultati, e oggi sono sparsi per il mondo con le loro famiglie. Anche il mio commensale ha pensato di andarsene dall’Italia, ad un certo punto, ma l’opportunità di un buona posizione lavorativa lo ha trattenuto ancora qui. L’occasione però è stata quella di un confronto tra la realtà italiana e il mondo esterno: la politica, le professioni, il mondo del lavoro, la sanità, e tante altre cose.

Il risultato è un parere unanime tra i commensali, ed è lo stesso che sto condividendo con altri, per esempio parlando di scuola: dove gli insegnanti (e i genitori) navigano quotidianamente in acque burrascose alla giornata, cercando di affrontare le, troppo spesso, ridicole e contraddittorie disposizioni governative.

Siamo un paese perduto. Senza speranza, oserei dire con convinzione. Più o meno gruppi di cittadini, persone di valore e competenza, cercano di offrire chiavi di lettura alternative della realtà, anche quando questa consuma delle tragedie che generano sofferenza. La Pandemia, e la sua pessima gestione, tuttora in corso, ha reso manifesto il peggior carattere “conservatore” e “opportunista” dell’Italiano medio.

Tifoso per vocazione, sedotto dalle briciole di potere che la professione, o la visibilità mediatica, gli concede, ha espresso il peggio di sé canalizzandolo in una “solidarietà” pelosa, che si spezza non appena qualcuno osa mettere in dubbio le teorie della sua “fede”, e i suoi apostoli.

“Non andrà tutto bene!”, perché non può andare tutto bene quando si mente spudoratamente sull’efficacia dei vaccini e sulla trasmissibilità del virus Covid. Quando si usa la discriminazione di una parte della popolazione per coprire i propri fallimenti (tra cui l’aver seviziato la Sanità Pubblica a colpi di mazzate con “l’austerità espansiva” – voluta dall’Europa – per decenni). Quando si impedisce ai medici di base di fare il loro mestiere: stare vicino al paziente, curarlo per la sua specificità e impedire, di conseguenza, di intasare gli ospedali. Quando si mente sulle possibili cure alternative a domicilio (e i farmaci acquistati sono lasciati scadere), però si ricattano le persone comuni facendogli firmare liberatorie di manleva sulle responsabilità delle conseguenze vaccinali. Quando si perseguono medici, ricercatori, scienziati non allineati. Quando, con una vigliaccheria degna dei peggiori autocrati, si ricattano le persone fino a toglierli la possibilità di lavorare. Quando si violenta la Costituzione, si esautora il Parlamento, si evita il confronto trasformando i talk show in plotoni di esecuzione. Per fare alcuni dei mille esempi possibili, a memoria per un futuro processo di Norimberga verso i responsabili di queste infamie.

La scienza è stata trasformata in scientismo, in dogma di fede; l’esatto opposto di ciò che è genuinamente scienza. L’informazione ha dato (e continua) a dare il peggio di sé, con le proprie posizioni opportunistiche: giornalisti sempre più zerbini del potere e dei potenti, che insultano, classificano, e offendono chi non si è allineato.

All’inizio, medici, infermieri, soccorritori, erano esalatati e beatificati come eroi e santi (tipico di esercita la “fede” anziché la ragione). Poi quando alcuni (parecchi) di loro hanno espresso dubbi sui vaccini, e sulla gestione della pandemia, si sono trasformati in infami, reietti, da perseguire, ricattare, espellere dal sistema. Nel silenzio complice di una informazione di regime pressoché totale, silente e silenziante ogni dissenso.

Questa a-moralità di sistema è la prima causa di tante morti. La vigliaccheria di omuncoli di potere che non ammettono i propri errori e perseverano sulla strada sbagliata, continuando a mentire, per coprire (quasi fosse possibile all’infinito) con nuove menzogne, quelle precedenti.

Mentre ci trastulliamo nel “dibattito” se sia meno peggio un PdR incappucciato della finanza, o un cultore del Bunga-Bunga, o un’altra ameba come figurante, il paese affonda nella propria inedia. Una emorragia di risorse giovanili fugge all’estero per costruirsi un futuro. L’ipocrisia politica della retorica sulla famiglia “tradizionale” non ha tempo di preoccuparsi del mondo reale, in cui quelle stesse famiglie vengono lacerate e divise; aumenta costantemente il numero dei nonni che vedranno i propri nipoti crescere sullo schermo di un PC, dall’altra parte del mondo.

L’economia è allo stremo: all’interno del modello infausto che abbina la Dea Europa al Dio Mercato Globale, c’è sempre meno spazio per l’imprenditorialità locale, mentre si alimenta l’economia del debito dopo aver ucciso la sovranità a beneficio della corporatocrazia. La sciagurata politica sanitaria del governo sta decimando quello che rimane della storica capacità delle PMI italiane.

Ma questo i tifosi della “scienza” non lo sanno, non lo vedono. Guardano incarogniti al nemico che i cani da riporto del potere gli hanno confezionato e infiocchettato: i malefici no-vax, gli irresponsabili no green pass, i pericolosi nemici del “Dio Vaccino” salvifico (per citare l’utile libro di Tiziana Alterio sul Covid e su Big Pharma).

La democrazia, privata della colonna portante del Liberalismo, del senso di “amore” e rispetto per l’ideale che essa rappresenta, ferita dall’indifferenza, svilita dalla menzogna e dall’ipocrisia, esautorata dell’etica necessaria a rappresentarla, perisce lentamente. Laddove non c’è più spazio per il Dubbio, non c’è più cittadinanza per le Libertà fondamentali.

Ci sono tutti i sintomi e le evidenze. Basterebbe aprire gli occhi.

(D.A.20.01.11)