No Tav. Susa 16 novembre. Interviste e interventi

Alla manifestazione di Susa, TG Vallesusa ha incontrato diversi esponenti del movimento No Tav ai quali ha posto alcune domande. Le proponiamo in questa raccolta.

 

Plano playSandro Plano: “Il sindaco dell’Aquila ha presentato una stima di 130 miliardi di euro necessari per le alluvioni e i terremoti, ma non esiste nessun capitolo di spesa su questo tema”.

 

Marco Scibona: “All’interno dell’accordo Italia-Francia la cosa che ci preoccupa di più è sapere che nella legislazione francese che presiederà la gestione degli appalti, la realizzazione, e anche la gestione successiva mancano clausole antimafia”.

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Giorgio Airaudo: “L’opera in Val di Susa è un’opera vecchia, nella mgliore delle ipotesi, per l’attualità del commercio delle merci e per il futuro del commercio”.

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Alberto Airola: “In Francia questa opera è stata rimandata fino al 2030. È evidente che non la faranno mai, è un modo per continuare a drenare denaro pubblico dall’Europa e dall’Italia”.

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Laura Castelli: “La ratifica Italia-Francia è una ratifica politica e non tecnica, come dovrebbe essere”.

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Giorgio Cremaschi: “Nel sindacato, nel mio sindacato, la Cgil, prevale la posizione Sì Tav, e questo è inaccettabile, oltreché incomprensibile”.

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Ivan Della Valle: “In Parlamento continuano a dire di voler andare avanti con quest’opera, ma non hanno i soldi per pagare la cassa integrazione”.

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Marco Revelli: “La ratifica Italia-Francia è uno dei tanti strappi alla civiltà giuridica a cui i fautori del Tav ci hanno abiutato. È la manipolazione del diritto, della legislazione, della giurisdizione contro ogni principio e ogni regola anche solo di buon senso”.

 

 

Massimo Zucchetti: “Non si può più discutere con gente che dice ‘Abbiamo cominciato a scavare una cosa che durerà per vent’anni ed è irreversibile’” .

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Angelo Patrizio: “Il discorso della violenza va condannato, perché non ci fa vincere”.

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A Davide Bono chiediamo: “Com’è il rapporto tra No Tav e Regione Piemonte?”

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