
Alla manifestazione di Susa, TG Vallesusa ha incontrato diversi esponenti del movimento No Tav ai quali ha posto alcune domande. Le proponiamo in questa raccolta.
Sandro Plano: “Il sindaco dell’Aquila ha presentato una stima di 130 miliardi di euro necessari per le alluvioni e i terremoti, ma non esiste nessun capitolo di spesa su questo tema”.
Marco Scibona: “All’interno dell’accordo Italia-Francia la cosa che ci preoccupa di più è sapere che nella legislazione francese che presiederà la gestione degli appalti, la realizzazione, e anche la gestione successiva mancano clausole antimafia”.
Giorgio Airaudo: “L’opera in Val di Susa è un’opera vecchia, nella mgliore delle ipotesi, per l’attualità del commercio delle merci e per il futuro del commercio”.
Alberto Airola: “In Francia questa opera è stata rimandata fino al 2030. È evidente che non la faranno mai, è un modo per continuare a drenare denaro pubblico dall’Europa e dall’Italia”.
Laura Castelli: “La ratifica Italia-Francia è una ratifica politica e non tecnica, come dovrebbe essere”.
Giorgio Cremaschi: “Nel sindacato, nel mio sindacato, la Cgil, prevale la posizione Sì Tav, e questo è inaccettabile, oltreché incomprensibile”.
Ivan Della Valle: “In Parlamento continuano a dire di voler andare avanti con quest’opera, ma non hanno i soldi per pagare la cassa integrazione”.
Marco Revelli: “La ratifica Italia-Francia è uno dei tanti strappi alla civiltà giuridica a cui i fautori del Tav ci hanno abiutato. È la manipolazione del diritto, della legislazione, della giurisdizione contro ogni principio e ogni regola anche solo di buon senso”.
Massimo Zucchetti: “Non si può più discutere con gente che dice ‘Abbiamo cominciato a scavare una cosa che durerà per vent’anni ed è irreversibile’” .
Angelo Patrizio: “Il discorso della violenza va condannato, perché non ci fa vincere”.
A Davide Bono chiediamo: “Com’è il rapporto tra No Tav e Regione Piemonte?”