No Tav. Intasare i bagni al tribunale può costare una denuncia

Sei nuovi avvisi di garanzia per danneggiamento in relazione ai bagli del Tribunale di Torino.

di Leonardo Capella

Il 13 gennaio 2014 al Tribunale di Torino vi fu una singolare azione di protesta in concomitanza dell’udienza del Tribunale del Riesame che doveva decidere  sulle restrizioni per i quattro ragazzi, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò  accusati di terrorismo. 

Durante l’udienza vennero otturati gli scarichi di una delle toilette usando palline di polistirolo e penne biro. Un gesto che sarebbe stato iscritto nella più classiche gesta goliardiche se non fosse che proprio al sesto piano, di fianco ai servizi igienici, si trova l’ufficio di Antonio Rinaudo e Andrea Padalino i due PM in prima linea alla lotta contro il movimento No Tav.

La presenza di adesivi incollati sulle vaschette e una frase di solidarietà ai quattro attivisti accusati di terrorismo fanno subito scattare le indagini della Digos torinese.

Oggi, 22 ottobre, la polizia ha concluso le indagini notificando a sei antagonisti torinesi l’accusa di danneggiamento. Il sostituto procuratore Enrico Arnaldidi Balme, componente del gruppo di Magistrati specializzati in criminalità organizzata e antimafia, ha ritenuto di ravvisare in quell’azione il reato di danneggiamento. 

All’apparenza il danno potrebbe essere ricondotto alla fuoriuscita di liquido dai locali del bagno sino ad invadere il corridoio e ovviamente la rimozione del tappo. Questa volta non sembra che vi siano gli estremi per una denuncia legata all’immagine del Tribunale.

L.C. 22.10.14