No Tav. Il grande corteo di Torino

Una giornata vinta ma c'erano reparti di polizia che cercavano l'incidente. Truppe nervose, scalpitanti, tenute a freno da qualche dirigente responsabile. Chi voleva il sangue e una definitiva criminalizzazione dei No Tav oggi ha perso.

di Fabrizio Salmoni

Le dichiarazioni di ieri dei sindacati di polizia suonavano fuori luogo e provocatori  per una città che si apprestava a vedere sfilare le migliaia di No Tav convenuti per denunciare la montatura giudiziaria contro i quattro ragazzi detenuti da dicembre.  Malgrado le reiterate dichiarazioni dei rappresentanti del Movimento ed una atmosfera non ostica in Questura per concordare il percorso, le forze che volevano fare degenerare la manifestazione ce l’hanno messa tutta. I soliti giornalisti e tutti i media locali hanno alimentato per giorni la paura e l’immagine mediatica che per mesi hanno agitato con le loro miserabili penne per i valsusini: la “città blindata“, “le frange violente” che avrebbero trasformato “Torino in un inferno“, le torme di “antagonisti da fuori” (chissà perchè nel 2014 l’idea che “quelli che vengono da fuori” siano sempre da temere viene ancora agitata – deve essere il retaggio dei famosi “cosacchi che abbeverano i cavalli in Vaticano” dagli anni Cinquanta). Per far sentire la tensione, i partiti e i poteri della città, hanno chiesto al Questore di trasformare la zona del Tribunale e tutto il percorso nella copia del cantiere di Chiomonte: reti su base cemento, elicotteri, blindati, milleseicento agenti delle varie armi che chiudevano tutte i varchi intorno.

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VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE

I torinesi hanno cosi avuto una vaga idea di cosa sia la Val Clarea. In più, bus deviati, metropolitana chiusa (perchè?), truppe e mezzi blindati, idranti, su tutto il percorso hanno chiarito a tutti chi fa del terrore verso i cittadini. I quali, a giudicare dai commenti, non si sono per niente adirati con i manifestanti ma hanno anzi seguito con interesse il serpentone colorato che lasciava dietro di sè solo poster sui tabelloni pubblicitari e niente rifiuti, grazie al servizio pulizia dei No Tav che seguiva il corteo.

Una buona parte di “quelli che vengono da fuori“, si è saputo presto, non è arrivata perchè i treni sono stati ritardati (da Milano) e i bus (da Roma, Toscana e Liguria) sono stati fermati dopo Cuneo. Il corteo è quindi partito in ritardo con la sua testa di personalità e intellettuali (quelli che non danno più solidarietà al Pd) e la sua banda che contribuiva in qualche misura a sciogliere la tensione. Molte migliaia, tra i dieci e i quindicimila se si contano anche quelli che dovevano arrivare.

2014-05-10 14.24.08Poi, in piazza Solferino si è capito chi cercava “l’inferno”: un reparto di celerini schierato a chiusura di via Santa Teresa, senza ordine e senza motivazione apparente, guidato da un rambo biondo con giacca mimetica, si armava e iniziava ad avanzare verso il fianco del corteo che defluiva su via Pietro Micca. Dopo qualche attimo di tensione, intervenivano dei dirigenti e una vicequestore che li rimandavano indietro e spedivano via il rambo e un drappello verso via Roma. E’ durante tale percorso che dei testimoni ci hanno riferito di aver ascoltato dei colloqui molto inquietanti tra quegli agenti.

L’incidente ha probabilmente chiarito le dinamiche di una giornata che qualcuno voleva violenta:

1. Volevano spaventare i manifestanti e la città; 2. La soldataglia, fin dall’inizio molto nervosa e scalpitante, probabilmente aizzata dalle dichiarazioni dei loro sindacalisti, cercava l’incidente. La responsabilità di alcuni dirigenti probabilmente lo ha evitato bloccando “le squadrette” che stavano prendendo l’iniziativa.

2014-05-10 17.35.08I partiti e la lobby del Tav non saranno contenti dell’esito della giornata. Nessun partito attualmente mobilita le migliaia di persone come i No Tav che si sono offerti alla città come quello che sono: tanti, pacifici, forti, determinati, coraggiosi e duri ad affondare. L’avanguardia di un popolo che ha un modello alternativo di democrazia da offrire. Le mamme di Mattia, Nicolò e di Carlo Giuliani dal palco hanno invitato tutti ancora a non mollare. Politicamente e nella società civile, i partiti e la lobby del Tav hanno già perso. Stasera si rodono. (F.S. 10.5.2014.)